Quel 'fil rouge' che attraversa l’opera di Talotta, in mostra a Lecce

(Perforazione segnica, 1993, olio e acrilico su tavola)

SALVATORE LUPERTO.
LECCE - È il colore rosso il filo conduttore che guida la lettura dei lavori di Alfonso Talotta degli ultimi trent’anni della sua lunga attività artistica, avviata quarantacinque anni fa con i noti Tracciati urbani del 1970, realizzati con tracce incrociate nere di pneumatici su tele bianche.

Mirella Bentivoglio nel 2012 scopre le operazioni (opere-azioni) “Tracciati” di Talotta e ne valorizza il significato verbo visivo del segno, dell’impronta ovvero la scrittura della ruota e in diverse occasioni ribadisce che sono “costruite unicamente da segni di pneumatici come ne vediamo sulla strada.

Confusi, incrociati o a poco a poco distesi, a evidenziare nei rettangoli delle tele, il parallelismo delle ruote, dall’autore inchiostrate di acrilico per forzarle a produrre righe di scritture programmate” (M. Bentivoglio).

Nella Galleria ARTPOETRY, via G. Candido 3, Lecce, sabato 27 gennaio 2024, alle ore 18.30, sarà inaugurata la mostra Fil rouge, a cura di Salvatore Luperto, commentata dal critico d’arte Davide Miceli, alla presenza dell’artista.

In esposizione 15 opere, dall’olio su tavola Perforazioni segniche del 1992 fino agli Sdoppiamenti e all’acrilico su cartoncino e su tavola del dittico Rilievi del 2023. Tutte le opere sono tra loro collegate dalla foggia astratta, essenziale, priva di ogni ridondanza e dalle diverse tonalità vermiglie.

Alla nitidezza della forma e del colore, l’artista viterbese perviene sottraendo il superfluo nella rappresentazione di figure e segni aperti, disgiunti, che non s’incontrano mai, ma anche di figure e segni che si uniscono, creando spazi conclusi, chiusi, vuoti o pieni di colore grasso o magro, da cui ripartire per ulteriori ricerche di emozioni in altre forme astratte.

Fil rouge nel suo significato metaforico indica il percorso cronologico che, nel duplice valore semantico del colore e della forma astratta, conduce a un’interpretazione simbolica delle opere.

(Sdoppiamenti, 2021, olio su tavole intelate)

Il colore rosso per ciò che esso trasmette (forza, determinazione, fierezza, audacia) ma anche per quel valore che oggi soprattutto s’impone (violenza, sangue, denuncia), rimanda alla triste realtà della guerra e del femminicidio.

Associato alle forme astratte dai profili sinuosi, ondulati non sottolinea mai sentimenti di rancore e di odio come invece alludono le linee rette tagliate da altre, gli angoli acuti e pungenti; le diverse intensità del rosso non sono una reazione agli atti violenti ai quali la cronaca contemporanea continuamente abitua, ma sono un segnale di pericolo, di dolore e di denuncia.

La forma nelle composizioni di Talotta è pacata, priva di tensione e tende alla quiete, però la presenza costante del rosso nel suo variante vigore, agisce direttamente sulla psiche, sulle corde dell’anima del fruitore, stimolandone i sentimenti.

In ogni ciclo di opere il supporto su cui interviene l’autore riveste un significato importante sia quando è rigido, di legno o di cartone sia quando è morbido, di tela o di carta, colorato, a effetto tattile o semplicemente velato ma anche quando non è dipinto o addirittura è rimosso come nelle Perforazioni segniche in cui il segno non è disegnato o dipinto, ma è intagliato nel supporto.

Talotta con le perforazioni esprime la volontà di attraversare la bidimensionalità della base spingendosi oltre. Oltrepassa lo spazio annullando la barriera del supporto che non è tagliato o bucato alla maniera dei tagli di Fontana o bruciato come le plastiche di Burri, né squarciato o lacerato, ma intagliato per indicare un distacco, una privazione il cui valore simbolico riporta al sentimento della mancanza che genera il desiderio costante intagliato nella psiche.

Astrattismo geometrico rosso è il fil rouge che conduce dalle Perforazioni segniche del 1992 ai Rilievi del 2023. Arte astratta che si caratterizza (in ogni ciclo pittorico) nella forma, nella linea, negli intagli, nelle sovrapposizioni, nei rilievi e nelle campiture cromatiche i cui effetti ottici, in assenza di colore, nelle sfumature del rosso o nell’effetto materico, creano ritmi visivi sempre nuovi che si accentuano nello sguardo d’insieme del Fil rouge della mostra.

(Rilievi, dittico, 2023, acrilico su cartoncino e su tavole intelate)
Un ritmo fluido composto da elementi piccoli e grandi, disposti in successione, senza una precisa sequenza strutturata a livello visivo, scandito prevalentemente dalla variazione delle forme e dalle variazioni cromatiche scarlatte. Un ritmo crescente e decrescente che dà l’impressione di movimento non solo per le diverse dimensioni e direzioni degli elementi, ma anche per l’organico aspetto compositivo d’insieme.

Nelle recentissime opere Rilievi del 2023, il profilo dei “bassorilievi geometrici” perde l’andamento morbido di alcune linee ondulate dei precedenti lavori e diviene lineare, angolare, volumetrico.

La figura geometrica ad angoli non lascia spazio all’equivoco, al significato ambiguo che l’opera suggerisce alla sensibilità di chi la osserva.

Talotta nella continua ricerca dell’armonia della forma e del colore non rappresenta una realtà visibile, concreta, ma rappresenta ciò che l’immagine dell’opera esprime ovvero l’essenza di una realtà concreta, tangibile, scartando il superfluo, l’eccedente, nel suo lavoro continuo di eliminazione del sovrappiù.

Un tentativo “di arrivare più vicino possibile alla verità e astrarre ogni cosa da essa” (P. Mondrian) è l’obiettivo di Talotta che con i suoi dipinti lascia aperta ogni interpretazione.

Le sue opere non rappresentano quindi la realtà tangibile, ma con sobrie variazioni cromatiche e immagini astratte esprime il suo mondo interiore, le sue riflessioni che preannuncia nel titolo dell’opera come nel caso del suo penultimo ciclo pittorico Sdoppiamenti del 2021.

Un titolo che suggerisce interpretazioni ambivalenti, ambigue, che rientrano nella sfera del doppio, del duplice e della contraddizione di ordine sociale e individuale.

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