Digitalizzazione e smart working contro lo spopolamento dei borghi italiani

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LECCE - I piccoli borghi d’Italia rappresentano una risorsa inestimabile, custodi di un patrimonio culturale straordinario e protagonisti di un impatto economico significativo: 5 miliardi di euro all’anno sul Pil nazionale, secondo i report di Deloitte, con 9 milioni di visitatori (di cui il 32% stranieri) e circa 90mila addetti. Tuttavia, queste gemme del nostro Paese si trovano ad affrontare una sfida fondamentale: lo spopolamento. Il declino demografico nei borghi è decisamente più accentuato rispetto alla media nazionale.

I dati Istat mostrano che la popolazione media di questi centri è la metà rispetto agli altri comuni italiani. Tra il 2011 e il 2021, i borghi hanno visto una diminuzione della popolazione del -4,2%, rispetto allo 0,7% a livello nazionale. Le proiezioni per il 2030 indicano un ulteriore calo, con la popolazione dei borghi più belli d’Italia che scenderà a circa 1,28 milioni di abitanti, rispetto agli 1,34 milioni del 2020. La pandemia ha cambiato questo fenomeno, facendo scoprire, soprattutto grazie allo smart working, le bellezze artistiche del nostro Paese a professionisti che cercano di unire la qualità della vita con il lavoro. Pertanto, lo smart working ha anche questo effetto positivo, a condizione che i luoghi siano dotati di infrastrutture tecnologiche adeguate.

I borghi italiani rappresentano quindi una vera opportunità. In regioni come la Puglia, ad esempio, il potenziale attrattivo è enorme grazie al mix unico di bellezze naturali, tradizioni gastronomiche e un crescente interesse per il turismo lento. Tuttavia, è fondamentale colmare il divario digitale e promuovere lo smart working per trattenere giovani e professionisti, evitando che l'abbandono comprometta il patrimonio culturale locale.

In Puglia, 14 sono i comuni inseriti tra i borghi più belli d'Italia, l’associazione che opera per valorizzare e promuovere i piccoli comuni e che ne ha selezionati 371 in tutto lo stivale. Vale la pena ricordarli. Principalmente situati nella zona Daunia con Alberona, Bovino, Monte Sant'Angelo, Pietramontecorvino, Roseto Valfortore, Vico del Gargano, passando per l’entroterra barese nella neo entrata Gravina in Puglia e nelle già presenti Locorotondo e Sammichele di Bari. Le province di Brindisi e Taranto sono rappresentate rispettivamente da Cisternino e Maruggio. Per terminare, il Salento, terra di piccoli borghi presente con Otranto, Presicce e Specchia.

Il legame tra tradizione e innovazione potrebbe essere la chiave per far rivivere questi luoghi, trasformandoli in centri di turismo, cultura e lavoro. È un percorso ambizioso, ma necessario per proteggere un patrimonio che appartiene non solo al presente, ma anche al futuro. (Federico Aversa)