Maltrattamenti tra il 2018 e il 2022: condanna a due anni e due mesi per un uomo di Mola di Bari


MOLA DI BARI - Tra il 2018 e il 2022, un uomo di 39 anni, originario di Conversano (Bari) e residente a Mola di Bari, ha maltrattato la moglie, oggi 26enne, con violenze fisiche e psicologiche, anche davanti alla loro figlia appena nata. Le aggressioni includevano calci, pugni, schiaffi, minacce di morte e insulti. A seguito di queste violenze, la Corte d'Appello di Bari ha emesso una condanna a due anni e due mesi di reclusione, con l'applicazione delle attenuanti generiche. La pena risulta inferiore a quella comminata in primo grado, dove l'imputato era stato condannato a tre anni e tre mesi di reclusione.

Nel gennaio 2022, l'uomo era stato accusato anche di tentato sequestro della figlia, un’accusa dalla quale è stato però assolto. Secondo le indagini della Procura, l'imputato avrebbe preso la figlia di meno di due anni e l'avrebbe portata con sé in auto, cercando di allontanarsi dalla madre. La sua fuga, tuttavia, era terminata quando l'uomo aveva appreso che la sorella della moglie aveva allertato i carabinieri.

Le indagini hanno messo in luce una serie di episodi di violenza fisica e psicologica. Nell'estate del 2019, infatti, l'uomo avrebbe costretto la moglie a trasferirsi nella ex caserma Rossani di Bari, un edificio dismesso e occupato da senzatetto, dove avrebbe continuato a picchiarla. Successivamente, la coppia si era trasferita in Germania per lavorare in un ristorante, ma anche lì le violenze sarebbero proseguite, tanto che il titolare del locale, che aveva messo a disposizione loro una casa, si era visto costretto a chiedere loro di andarsene. Inoltre, l'uomo avrebbe cercato di isolare la moglie dalla sua famiglia, minacciandola di raccontare che i suoi genitori fossero morti in un incidente stradale, per interrompere ogni contatto con loro.

La condanna rappresenta un passo importante nella lotta contro la violenza di genere, un fenomeno purtroppo ancora presente nelle dinamiche familiari. Il caso sottolinea la gravità di certi comportamenti e l’impegno delle autorità nel perseguire e punire i responsabili di atti di violenza domestica, un tema sempre più al centro dell’attenzione pubblica e giuridica.