Attività libero professionale (Alpi), la precisazione della Asl di Brindisi: "Solo due revoche, confronto avviato con i medici"
BRINDISI - La Asl di Brindisi interviene con una nota ufficiale per smentire quanto riportato da alcune testate giornalistiche, secondo cui sarebbero state revocate le autorizzazioni all’Attività libero professionale intramuraria (Alpi) a ben 80 medici. L'azienda sanitaria chiarisce: le revoche effettive sono limitate a soli due casi, mentre per tutti gli altri medici è stato avviato un confronto formale.
L’Alpi consente ai medici ospedalieri di esercitare attività libero-professionale all’interno delle strutture pubbliche, in aggiunta al normale servizio, permettendo ai pazienti di ricevere prestazioni a pagamento in regime “privato”, ma con tariffe trasparenti e prestazioni tracciate. Una modalità utile anche a contenere i tempi di attesa del servizio sanitario pubblico.
La Asl precisa che nessun provvedimento di revoca massiva è stato adottato, come erroneamente riportato. Al contrario, si è proceduto a richiedere controdeduzioni e relazioni ai professionisti coinvolti in alcune verifiche amministrative, ma questi continuano regolarmente a svolgere la propria attività Alpi, senza interruzioni del servizio.
L’obiettivo – sottolinea l’azienda – è garantire il corretto funzionamento del sistema sanitario e contrastare le liste d’attesa, attraverso una verifica puntuale e trasparente del rispetto delle regole. “È un percorso – spiega la direzione generale – che punta a tutelare i pazienti e a garantire la piena operatività dei servizi pubblici, senza penalizzare i professionisti che operano nel rispetto delle normative vigenti”.