Milano, accoltella un collega e si suicida dal Duomo: sospetti anche sulla scomparsa di una donna


MILANO - Una drammatica vicenda ha scosso Milano tra venerdì 9 e sabato 10 maggio: un uomo in permesso dal carcere ha accoltellato un collega all’interno dell'Hotel Berna e si sospetta sia coinvolto anche nella scomparsa e morte di una terza collega. La vicenda ha avuto un epilogo tragico oggi, domenica 11 maggio, con il suicidio di un uomo dalla terrazza del Duomo, che secondo le autorità sarebbe proprio il responsabile della violenza, Emanuele De Maria, 35 anni.

L’accoltellamento all’hotel Berna

Tutto è cominciato nella mattina di sabato, intorno alle ore 6:20, quando Hani Fouad Abdelghaffar Nasra, 50 anni, barista dell’Hotel Berna in zona Stazione Centrale, è stato trovato riverso in una pozza di sangue davanti all’ingresso della struttura. L’uomo, italiano di origini egiziane, senza precedenti penali, è stato colpito da cinque coltellate, di cui una letale al collo che ha raggiunto carotide e giugulare. Trasportato in codice rosso all’ospedale Niguarda, è attualmente ricoverato in terapia intensiva.

Secondo le ricostruzioni della Squadra Mobile, a colpire sarebbe stato proprio De Maria, che lavorava alla reception dell’hotel grazie a un permesso lavorativo concesso dal carcere di Bollate, dove stava scontando una condanna per omicidio.

L’evasione e la fuga

Venerdì 9 maggio, De Maria non si era presentato al lavoro e la sera non aveva fatto ritorno in carcere, rendendosi di fatto evaso. Sabato mattina avrebbe atteso l’arrivo del collega barista davanti all’albergo e, dopo un alterco, lo avrebbe aggredito. Le telecamere della zona avrebbero ripreso almeno in parte la scena. L’uomo si sarebbe poi allontanato, fuggendo in direzione opposta rispetto alla stazione.

Il mistero della collega scomparsa

Nelle stesse ore è emersa anche la scomparsa di una terza dipendente dell’hotel, Chamila Wijesuriyauna, 50enne di origini cingalesi con cittadinanza italiana. La donna, collega dei due uomini e impiegata al bar, non si è presentata a lavoro e il marito ha denunciato la sua scomparsa venerdì sera. Il suo cellulare è stato ritrovato da un addetto alle pulizie della metropolitana e consegnato alle forze dell’ordine.

Le telecamere della metro lilla, nella stazione Bignami, hanno ripreso la donna mentre incontrava De Maria sotto casa, nella zona del Parco Nord tra Milano e Cinisello Balsamo. Due ore dopo, però, le stesse immagini mostrano solo De Maria.

Oggi, domenica 11 maggio, nel Parco Nord è stato rinvenuto il cadavere di una donna, in seguito a una segnalazione al 118. Secondo i primi rilievi, si tratterebbe proprio della collega scomparsa, ma si attende l’identificazione ufficiale.

Il suicidio dal Duomo

Nella tarda mattinata di oggi, un uomo si è gettato nel vuoto dalla terrazza del Duomo di Milano, morendo sul colpo. Gli investigatori, sulla base dei numerosi tatuaggi sul corpo, ritengono con alta probabilità che si tratti proprio di Emanuele De Maria, anche se non è ancora stato effettuato un riconoscimento ufficiale.

Chi era Emanuele De Maria

De Maria, 35 anni, si trovava in permesso lavorativo dal carcere di Bollate. Stava scontando una condanna a 14 anni e 3 mesi per l’omicidio di Oumaima Racheb, una 23enne tunisina uccisa nel 2016 con una coltellata al collo in un albergo dismesso a Castel Volturno (CE). Dopo quell’omicidio, si era dato alla fuga in Germania, dove venne arrestato nel 2018.

Una tragedia annunciata?

La vicenda solleva interrogativi inquietanti sulla gestione dei permessi lavorativi per detenuti con condanne per omicidio e mette in luce il rischio che persone pericolose possano agire nuovamente in libertà.

Le indagini sono ancora in corso per chiarire tutti i dettagli, ma il bilancio provvisorio è tragico: un uomo in fin di vita, una donna morta e il presunto responsabile suicida nel cuore di Milano.