Papa Leone XIV: “Una nuova Rerum Novarum per l’era dell’intelligenza artificiale”


CITTA' DEL VATICANO – Nella sua prima riunione con il Collegio cardinalizio nell’Aula del Sinodo, Papa Leone XIV ha spiegato la scelta del suo nome pontificale, rievocando Leone XIII e la sua storica enciclica Rerum Novarum. “Fu il primo grande documento della Chiesa a entrare nel cuore della questione sociale durante la rivoluzione industriale. Oggi, come allora, ci troviamo di fronte a una nuova rivoluzione: quella dell’intelligenza artificiale”, ha dichiarato il Pontefice.

L’Intelligenza Artificiale, secondo Leone XIV, rappresenta una sfida che richiede “una nuova Rerum Novarum per tutelare la dignità dell’uomo, il lavoro e la giustizia”. L’obiettivo è chiaro: aggiornare il pensiero sociale della Chiesa in un’epoca di trasformazioni rapide e profonde.

Nel suo discorso ai cardinali, il nuovo Pontefice – nato Robert Prevost – ha anche citato Paolo VI e il messaggio pronunciato il 22 giugno 1963 all’inizio del suo pontificato: “Passi su tutto il mondo come una grande fiamma di fede e di amore...”. Un auspicio, ha detto, che “oggi più che mai sento mio”.

Leone XIV ha poi invitato i cardinali a rinnovare insieme “la piena adesione al cammino della Chiesa alla luce del Concilio Vaticano II”, confermando provvisoriamente tutti gli incarichi di Curia. Domenica 18 maggio celebrerà la Messa di inizio pontificato, alla presenza di oltre 250mila fedeli e capi di Stato. Per gli Stati Uniti è atteso il vicepresidente J. D. Vance.

La figura del nuovo Papa è però già oggetto di forti critiche. L’estrema destra americana, con in testa Steve Bannon, ha definito l’elezione di Prevost “un voto anti-Trump da parte dei globalisti della Curia”. Intanto emergono accuse legate a presunti insabbiamenti di abusi sessuali durante il suo ministero negli Stati Uniti e in Perù – un fronte delicato che rischia di oscurare il suo messaggio iniziale.

Il grido di Gaza

Nel frattempo, da Gaza arriva un appello potente al nuovo Papa. Il giornalista palestinese Wael al-Dahdouh, simbolo della tragedia della Striscia dopo aver perso moglie e figli nei bombardamenti israeliani, ha invocato una presa di posizione forte di Leone XIV: “Può fare molto per Gaza, può difendere la giustizia per le vittime”.

Al-Dahdouh riceverà questa sera, con il collega Safwat al-Kahlout, il premio Tiziano Terzani a Udine, a nome dei 214 giornalisti palestinesi uccisi. “La nostra missione è umanitaria. Ma cosa ci sta dando il mondo in cambio? Il silenzio ci uccide quanto le bombe”, ha detto il corrispondente di Al Jazeera, chiedendo all’Europa “pressioni vere su Israele”.

Anche al-Kahlout ha denunciato la “doppia morale” dell’Occidente: “In Italia ho visto le porte aperte ai profughi ucraini. Ma per Gaza? Silenzio e armi vendute a Israele. L’Europa rischia di fallire come civiltà”.

Una sfida morale e spirituale

Tra eredità dottrinale e drammi contemporanei, il pontificato di Leone XIV si apre all’insegna di una responsabilità globale. Un Papa che guarda alla giustizia sociale e ai diritti umani con lo sguardo rivolto tanto all’intelligenza artificiale quanto al grido di Gaza. Il mondo, ora, aspetta le sue prossime mosse.