Puglia, Bellomo (FI): "Rischio concentrazione familiare, la legge non può sconfiggere l'etica. Anche a sinistra lo sanno"


BARI - Davide Bellomo, deputato di Forza Italia e membro della Commissione Giustizia, esprime forte preoccupazione per la situazione politica in Puglia, in particolare riguardo alle candidature di Nicola Decaro a rettore dell'Università di Bari e di suo fratello Antonio alla presidenza della Regione Puglia.

"Quello che sta accadendo in Puglia nel silenzio di molti è a dir poco preoccupante", afferma Bellomo. "La candidatura di Nicola Decaro a rettore dell'Università di Bari, mentre il fratello Antonio aspira alla presidenza della Regione Puglia, ha in sé, sia pure in ipotesi, il rischio di una concentrazione familiare del potere che mina profondamente la credibilità e la percezione di imparzialità delle istituzioni".

Il deputato di Forza Italia sottolinea la differenza tra legalità ed etica: "In democrazia, non tutto ciò che è legale è anche opportuno. Esiste una sottile ma fondamentale distinzione tra ciò che la legge consente e ciò che l’etica pubblica impone". Bellomo evidenzia il ruolo dell'Università di Bari come parte integrante della vita politica ed economica regionale, beneficiaria di finanziamenti pubblici e coinvolta in tavoli istituzionali.

"Non è preoccupante avere il sospetto, ma in realtà sarebbe certezza, che ogni decisione futura, ogni nomina, ogni stanziamento di soldi pubblici sia l’effetto di una filiera familiare più che di un libero confronto democratico?", si chiede Bellomo. "Critica legittima, che in occasione della Festa dei Lavoratori ha mosso all’ex sindaco anche un alleato politico, provocando la reazione aggressiva di Decaro. D’altronde, si sa che lui è allergico alle domande, specie quando sono scomode e mettono a dura prova la narrazione favolistica che da sempre lo accompagna".

Bellomo accusa Antonio Decaro di evitare un confronto pubblico sullo "scandalo delle sue municipalizzate infiltrate dalla mafia" e di essere "impegnato direttamente nella campagna elettorale del Decaro candidato rettore, moltiplicando il senso di imbarazzo istituzionale e di disgusto politico".

"La questione, dunque, non è giuridica, ma di etica, buon senso e credibilità delle istituzioni", afferma Bellomo. "Una credibilità che si fonda non solo sulla legalità degli atti, ma anche sulla loro trasparenza, sull’indipendenza percepita e su un interesse pubblico che deve sempre prevalere su ogni ambizione personale. Non ho nessuna fiducia nella dimensione etica di Antonio Decaro, ma Nicola abbia il coraggio e la nobiltà d’animo di fare un passo indietro".