Canosa, 50enne indagata per testamento falso: voleva l’eredità del compagno defunto
CANOSA DI PUGLIA - Una donna di 50 anni, residente a Canosa di Puglia, è indagata con l’accusa di aver presentato un testamento falso per ottenere l’eredità del compagno, deceduto nei mesi scorsi. La vicenda è emersa a seguito delle indagini condotte dalla Procura di Trani, che ha messo sotto la lente il documento esibito dalla donna davanti a un notaio.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la 50enne si sarebbe presentata in studio notarile con un testamento in cui veniva indicata come erede universale del defunto. Ma gli accertamenti successivi avrebbero evidenziato incongruenze tali da far sospettare la falsificazione dell’atto.
L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Marcello Catalano, ha portato alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della sezione di polizia giudiziaria. Un passaggio che prelude all’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.
Nell’eredità contestata rientrano beni mobili, immobili, conti correnti bancari e persino due cani appartenuti all’uomo. La presunta erede, qualora il testamento fosse riconosciuto come falso, rischia un processo per falso in atto pubblico e tentata truffa.
La vicenda ha suscitato clamore nella comunità locale e sarà ora il tribunale a stabilire se dietro la pretesa ereditaria si nasconde un tentativo illecito o una legittima volontà del defunto.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la 50enne si sarebbe presentata in studio notarile con un testamento in cui veniva indicata come erede universale del defunto. Ma gli accertamenti successivi avrebbero evidenziato incongruenze tali da far sospettare la falsificazione dell’atto.
L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Marcello Catalano, ha portato alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della sezione di polizia giudiziaria. Un passaggio che prelude all’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.
Nell’eredità contestata rientrano beni mobili, immobili, conti correnti bancari e persino due cani appartenuti all’uomo. La presunta erede, qualora il testamento fosse riconosciuto come falso, rischia un processo per falso in atto pubblico e tentata truffa.
La vicenda ha suscitato clamore nella comunità locale e sarà ora il tribunale a stabilire se dietro la pretesa ereditaria si nasconde un tentativo illecito o una legittima volontà del defunto.