I soprannomi in dialetto di San Marco in Lamis

VITTORIO POLITO - Grazia e Michele Galante hanno pubblicato recentemente per e-dizioni Indipendenti il saggio “A cchi scì figghie? – I soprannomi di San Marco in Lamis”, un vasto repertorio di soprannomi nel dialetto sammarchese. I soprannomi non possono essere considerati una etichetta, ma una vera e propria azione sociale. “Lo studio dei soprannomi agevola e arricchisce l’indagine dialettologica, dal momento che gli appellativi soprannominali si dispongono in un ampio arco temporale”.

Il soprannome o nomignolo è un appellativo distintivo di una persona, che si usava aggiungere al nome proprio, derivandolo generalmente dal nome di uno dei genitori, dal luogo di origine, dal mestiere esercitato, o da un appellativo equivalente, al moderno cognome, diverso, sotto certi aspetti, dal nome proprio e dal cognome, e che prende generalmente spunto da qualche caratteristica fisica o altro, con cui si usa chiamare per scherzo o per ingiuria una persona.

Anticamente nei Registri dei Battezzati dei Matrimoni e dei Morti si registrava anche il soprannome, con la tenuta dei registri dei battezzati, dei matrimoni e dei morti, che precedettero la tenuta dei registri di stato civile, diventati obbligatori nel 1563 che in virtù di una norma fissata dal Concilio di Trento, contribuì non poco alla cristallizzazione dei cognomi. Nonostante ciò l’abitudine di attribuire soprannomi non cessò, ma continuò a fiorire rigogliosa e citati in tutti i rapporti della vita sociale insieme ai cognomi legittimi. Oggi l’indagine sui soprannomi non è più possibile, poiché un decreto del re Gioacchino Murat n. 198 del 29 ottobre 1808 non ha consentito più la registrazione dei cognomi accompagnata da quella dei soprannomi, per cui oggi tutto è affidato alla tradizione orale o alla pubblicazione di testi che li riportano solo ai fini storici, non per denigrare o deridere persone che ancora oggi si riconoscono con nomignoli vari ma al solo scopo di preservarli nel tempo per farli conoscere alle generazioni future.

Grazia e Michele Galante nel loro saggio danno grande valore non solo al dialetto ma riportando un nutrito elenco di soprannomi sammarchesi elencati nelle numerose categorie menzionate e così possiamo leggere i nomignoli nelle varie categorie da “Quelli semplici e alterati” a quelli “Etnici e geografici”, da “Caratteristiche dell’abitazione o della tenuta agricola” a “Personaggi famosi o nomi d’arte”, da ”Particolari del corpo, aspetto e difetto fisico” a quelli “Bizzarri, grotteschi, licenziosi o osceni”, da “Chiesa e religione” a “Animali domestici e selvatici , insetti, pesci, rettili uccelli”, per finire al “Significato ignoto”, tanto per citarne alcuni (29 sono le categorie riportate). Non manca l’indice dei soprannomi per un facile reperimento, una ricca bibliografia e molte illustrazioni e immagini storiche.

L’introduzione è firmata da Giovanni Ruffino, presidente del Centro di studi filologici e linguistici siciliani dell’Università di Palermo.

Copertina, ideazione, progetto grafico e impaginazione di Matteo Borgia. Un testo da non perdere per i sammarchesi e per tuti gli appassionati del dialetto e della storia locale.