Allerta alimentare: cozze contaminate da Vibrio parahaemolyticus immesse sul mercato nazionale


ROMA - È di queste ore l’allarme lanciato dal Ministero della Salute riguardo a un nuovo caso di contaminazione alimentare che coinvolge cozze vive (Mytilus galloprovincialis) potenzialmente pericolose per la salute pubblica. Il batterio riscontrato, Vibrio parahaemolyticus, non è tra i più noti come l’Escherichia coli o la Salmonella, ma rappresenta comunque un serio rischio, soprattutto per le categorie fragili della popolazione.

Il lotto incriminato è il n° 130348, commercializzato con il marchio L’Acquachiara Srl (marchio di identificazione CE IT M2L2W), proveniente da Chioggia e lavorato nello stabilimento di via Ori Ovest n.1. Il prodotto è già stato distribuito su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo grande distribuzione, pescherie e mercati locali.

Il rischio batterico

La presenza del Vibrio parahaemolyticus è stata rilevata durante i controlli ufficiali ed è stata comunicata anche alle autorità sanitarie europee. Si tratta di un batterio enteropatogeno che può causare gastroenteriti anche gravi. I sintomi più comuni includono diarrea (anche ematica), crampi addominali, febbre, nausea e vomito, solitamente di breve durata ma che, in soggetti immunodepressi o affetti da patologie croniche (diabete, epatopatie, tumori, HIV), possono degenerare in forme gravi, fino alla setticemia, con tassi di mortalità stimati tra il 20% e il 30% nei casi più gravi.

Le raccomandazioni delle autorità sanitarie

Il Ministero della Salute invita la popolazione a non consumare cozze crude o poco cotte, specialmente se non acquistate tramite canali ufficiali. Le cozze sono organismi filtratori, cioè trattengono e accumulano le sostanze presenti nell’ambiente marino: se l’acqua è contaminata, anche i molluschi possono esserlo.

Mangiare cozze crude o mal cotte può essere estremamente pericoloso, soprattutto nei ristoranti dove vengono spesso servite come crudités. Solo abbattimento termico corretto o cottura prolungata possono neutralizzare il batterio.

È obbligatorio controllare le etichette dei sacchetti di cozze vive: devono riportare luogo di provenienza, lotto, data di confezionamento e stabilimento di lavorazione. In caso di dubbio, è consigliabile rivolgersi al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL di zona.

Un pericolo anche fuori dai canali legali

A lanciare un ulteriore appello è Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che sottolinea il rischio che mitili contaminati possano essere commercializzati al di fuori dei canali ufficiali, senza tracciabilità, mettendo a grave rischio la salute dei consumatori.

L’unico modo sicuro per consumare questi prodotti è affidarsi solo a rivenditori autorizzati e cuocere accuratamente i molluschi.

In sintesi

  • Lotto contaminato: n°130348 – marchio L’Acquachiara srl – lavorato a Chioggia.

  • Batterio: Vibrio parahaemolyticus, enteropatogeno potenzialmente pericoloso.

  • Consumo vietato se crudo o non cotto adeguatamente.

  • Categorie a rischio: soggetti immunocompromessi o affetti da patologie croniche.

  • Raccomandazione: acquistare solo cozze etichettate da canali ufficiali.

Il Ministero della Salute e le autorità sanitarie europee monitorano con attenzione la situazione, ma la responsabilità della sicurezza finale spetta anche ai consumatori, chiamati a un consumo consapevole e informato.