Vigilanza armata in sciopero: “Estendere il contratto integrativo a tutta la Puglia e garantire più sicurezza”
BARI – Hanno incrociato le braccia questa mattina, dalle 9.30 alle 12.30, e si sono radunati in circa 300 davanti alla Prefettura di Bari: sono gli addetti della vigilanza armata e dei servizi di sicurezza, protagonisti dello sciopero regionale indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs Puglia per chiedere a gran voce due obiettivi prioritari: l’estensione del contratto integrativo regionale e un piano concreto per la sicurezza dei lavoratori.
Il presidio, partecipato e compatto, ha portato in piazza un malcontento che si trascina da tempo e che, come spiegano i sindacati, non può più essere ignorato. I rappresentanti delle tre sigle hanno anche richiesto un incontro con il prefetto Francesco Russo, a cui è stata ribadita la necessità di un confronto istituzionale.
“Questa rivendicazione va avanti da circa due anni – dichiara Barbara Neglia, segretaria generale di Filcams Cgil Puglia –. Il contratto integrativo, già attivo nelle province di Bari e Barletta-Andria-Trani, deve essere esteso a tutta la regione per evitare discriminazioni territoriali. Solo così tutti i lavoratori potranno godere degli stessi diritti, come il premio di produzione e le misure di welfare”.
La vertenza, però, non si limita alla dimensione contrattuale. Il tema della sicurezza sul lavoro, spesso sottolineato in occasione di assalti ai portavalori che interessano proprio la Puglia, è tornato al centro del dibattito.
“Oltre ai problemi strutturali – afferma Marco Dell’Anna, segretario generale della UilTucs Puglia – come mezzi obsoleti e DPI inadeguati, siamo costretti a fronteggiare una vera e propria emergenza legata agli assalti. Servono misure straordinarie condivise con le forze dell’ordine e un intervento del Ministero dell’Interno. Non possiamo più aspettare”.
I lavoratori e i sindacati denunciano anche una concorrenza sleale fra aziende, spesso giocata sulla pelle di chi lavora. Una situazione che mina i diritti e crea profonde disparità retributive e organizzative, soprattutto tra chi lavora in province coperte dal contratto integrativo e chi no.
“È da giugno 2023 che chiediamo un incontro alle associazioni datoriali, senza ricevere risposte – denuncia Leonardo Piacquaddio, segretario della Fisascat Cisl Puglia –. L’atteggiamento nei confronti della categoria è oltraggioso. I lavoratori sono stanchi: chiediamo uguaglianza di trattamento e partecipazione all’organizzazione del lavoro. Siamo pronti a sederci intorno a un tavolo, anche presso l’ente bilaterale della vigilanza, per trovare un’intesa”.
Lo sciopero di oggi rappresenta un segnale forte da parte di un settore spesso invisibile, ma fondamentale per la sicurezza e la tenuta sociale. La richiesta è chiara: dignità, sicurezza e pari diritti per tutti i lavoratori della vigilanza pugliese. Ora la parola passa alle istituzioni e alle controparti datoriali.