Bari, petardi contro le ballerine al Giardino degli Aquiloni: baby gang guidata da un 11enne chiede il "pizzo"


Aggressione a sfondo intimidatorio durante le prove della compagnia Breathing Art: “Ci hanno chiesto di pagare per ballare. Una scena surreale”. Aperta un’indagine dalla Procura per i minorenni.

BARI — Una scena al limite dell’incredibile quella accaduta ieri pomeriggio nel quartiere Picone, in pieno centro a Bari. Un gruppo di ragazzini, capeggiato da un bambino di soli 11 anni, ha preso di mira le ballerine della compagnia Breathing Art Company, impegnate nelle prove dello spettacolo “Le Due Bari” all’interno del Giardino degli Aquiloni, in via Gaetano Devitofrancesco.

Non solo urla e petardi lanciati contro le artiste, ma anche una richiesta esplicita di denaro da parte del piccolo leader del gruppo per concedere il “permesso” di esibirsi nel parco pubblico.

«Il più piccolo del gruppo ci ha minacciate dicendo: "Se volete ballare qui dovete pagare il pizzo"», ha raccontato Simona De Tullio, direttrice artistica e presidente della compagnia, in un'intervista rilasciata a La Repubblica.
«Abbiamo occupato gli spazi e si sono innervositi. È assurdo che ciò sia avvenuto in un quartiere centrale. Nei quartieri periferici dove lavoriamo da anni, come il San Paolo, non è mai accaduto nulla del genere».

Polizia in ritardo, gang di nuovo in azione

Secondo la ricostruzione, solo dopo 40 minuti è intervenuta una pattuglia della Polizia Locale, ma una volta andati via gli agenti, la baby gang è tornata sul posto, riprendendo a lanciare petardi contro le ballerine, mettendo in pericolo l’incolumità dei presenti e disturbando le attività artistiche fino alle 22.

La vicenda ha portato all’apertura di un fascicolo da parte della Procura per i minorenni, che indaga sui fatti accaduti e sul contesto in cui si è sviluppata l’aggressione.

Un fallimento di progettazione sociale?

L'episodio solleva interrogativi profondi sulla presenza reale dell’arte nei territori urbani e sulla progettazione culturale nei quartieri:

«Questi eventi vengono calati dall’alto. Se non c’è una progettazione condivisa sul territorio, i ragazzi si sentiranno padroni dei luoghi», ha commentato ancora De Tullio.
«Ieri ci siamo sentiti estranei a casa nostra. Abbiamo bisogno di sentirci tutelati dal Comune, non soltanto appoggiati con un messaggio su WhatsApp».

Arte contro disagio giovanile

Il progetto “Le Due Bari” punta proprio a unire centro e periferia attraverso l’arte, ma l’episodio di ieri rivela quanto il disagio giovanile, anche in aree considerate “centrali”, possa esplodere in forme di microcriminalità, mettendo in discussione la reale efficacia delle politiche culturali urbane.

Una riflessione che la città – e le istituzioni – non possono più rimandare.