Ex Ilva, Emiliano: “Accelerare la decarbonizzazione, no a chiusura disordinata”
ROMA – “Una giornata abbastanza soddisfacente”. Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha definito l’esito della lunga riunione tenutasi oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con il ministro Adolfo Urso, dedicata al futuro dello stabilimento siderurgico ex ILVA di Taranto. L’incontro, durato circa sette ore – dalle 9:30 alle 16:30 – ha visto la partecipazione di una folta delegazione pugliese e ha portato alla definizione di due scenari principali per il percorso di decarbonizzazione dell’impianto.
“Abbiamo individuato due scenari fondamentali – ha spiegato Emiliano –. Il primo permetterebbe di mantenere la strategicità dello stabilimento di Taranto, riducendo i tempi della decarbonizzazione da 12 a 8 anni, con l’obiettivo di abbreviarli ulteriormente. Il secondo scenario, invece, prevede l’assenza della nave rigassificatrice e quindi l’impossibilità di alimentare i forni DRI a gas: in questo caso si potrebbero costruire solo tre forni elettrici, che però non garantirebbero allo stabilimento il ruolo industriale attuale. Anche in questa ipotesi, la decarbonizzazione sarebbe completata in 7 anni”.
In entrambi gli scenari, gli attuali altiforni, pur in condizioni critiche, resterebbero in funzione a regime ridotto: “Il Governo non intende interrompere l’attività in corso, ritenendo che lo stop comprometterebbe l’intero processo di transizione”, ha sottolineato Emiliano.
Altro tema centrale della discussione è stato quello dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), richiesta dalla società che gestisce l’impianto: “Se non si intervenisse con un accordo di programma, il Ministero dell’Ambiente potrebbe approvare l’AIA per gli impianti a ciclo integrale, senza garanzie sulla decarbonizzazione. Questo è un rischio che dobbiamo scongiurare”.
Per questa ragione, la Regione Puglia chiederà un rinvio della Conferenza dei Servizi presso il Ministero dell’Ambiente, in programma nei prossimi giorni, e un nuovo aggiornamento del tavolo è previsto per martedì prossimo, con l’obiettivo di giungere a una soluzione condivisa da tutti gli attori coinvolti.
Al termine dell’incontro, Emiliano ha anche ribadito l’importanza di un coinvolgimento trasparente delle forze politiche, dichiarando di aver già informato i principali leader dell’opposizione: Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Giuseppe Conte. “Pur nella nostra autonomia, il confronto politico è fondamentale. Trattandosi di uno stabilimento strategico nazionale, il Parlamento deve essere coinvolto seriamente. Nessuna forza politica ha mai chiesto la chiusura della fabbrica, e su questo punto dobbiamo essere uniti: una chiusura per implosione sarebbe una catastrofe ambientale e sanitaria”.
“L’obiettivo – ha concluso Emiliano – è tenere aperti gli impianti, riducendo al minimo i danni per la salute, accelerando il più possibile la transizione verso una decarbonizzazione che può tagliare fino al 95% delle emissioni nocive. È questa la direzione nella quale vogliamo procedere”.
Alla riunione hanno preso parte, oltre al presidente Emiliano, l’assessora regionale all’Ambiente Serena Triggiani, il direttore del Dipartimento Ambiente Paolo Garofoli, i sindaci di Taranto e Statte, Piero Bitetti e Fabio Spada, il presidente della Provincia di Taranto Gianfranco Palmisano, il presidente del comitato SEPAC e responsabile della task force lavoro Leo Caroli, la coordinatrice dell’Avvocatura regionale Rossana Lanza, i dirigenti regionali Gianna Elisa Berlingerio (Attività Produttive) e Rocco De Franchi (Comunicazione Istituzionale), e il direttore generale di Arpa Puglia Vito Bruno.
“Abbiamo individuato due scenari fondamentali – ha spiegato Emiliano –. Il primo permetterebbe di mantenere la strategicità dello stabilimento di Taranto, riducendo i tempi della decarbonizzazione da 12 a 8 anni, con l’obiettivo di abbreviarli ulteriormente. Il secondo scenario, invece, prevede l’assenza della nave rigassificatrice e quindi l’impossibilità di alimentare i forni DRI a gas: in questo caso si potrebbero costruire solo tre forni elettrici, che però non garantirebbero allo stabilimento il ruolo industriale attuale. Anche in questa ipotesi, la decarbonizzazione sarebbe completata in 7 anni”.
In entrambi gli scenari, gli attuali altiforni, pur in condizioni critiche, resterebbero in funzione a regime ridotto: “Il Governo non intende interrompere l’attività in corso, ritenendo che lo stop comprometterebbe l’intero processo di transizione”, ha sottolineato Emiliano.
Altro tema centrale della discussione è stato quello dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), richiesta dalla società che gestisce l’impianto: “Se non si intervenisse con un accordo di programma, il Ministero dell’Ambiente potrebbe approvare l’AIA per gli impianti a ciclo integrale, senza garanzie sulla decarbonizzazione. Questo è un rischio che dobbiamo scongiurare”.
Per questa ragione, la Regione Puglia chiederà un rinvio della Conferenza dei Servizi presso il Ministero dell’Ambiente, in programma nei prossimi giorni, e un nuovo aggiornamento del tavolo è previsto per martedì prossimo, con l’obiettivo di giungere a una soluzione condivisa da tutti gli attori coinvolti.
Al termine dell’incontro, Emiliano ha anche ribadito l’importanza di un coinvolgimento trasparente delle forze politiche, dichiarando di aver già informato i principali leader dell’opposizione: Elly Schlein, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Giuseppe Conte. “Pur nella nostra autonomia, il confronto politico è fondamentale. Trattandosi di uno stabilimento strategico nazionale, il Parlamento deve essere coinvolto seriamente. Nessuna forza politica ha mai chiesto la chiusura della fabbrica, e su questo punto dobbiamo essere uniti: una chiusura per implosione sarebbe una catastrofe ambientale e sanitaria”.
“L’obiettivo – ha concluso Emiliano – è tenere aperti gli impianti, riducendo al minimo i danni per la salute, accelerando il più possibile la transizione verso una decarbonizzazione che può tagliare fino al 95% delle emissioni nocive. È questa la direzione nella quale vogliamo procedere”.
Alla riunione hanno preso parte, oltre al presidente Emiliano, l’assessora regionale all’Ambiente Serena Triggiani, il direttore del Dipartimento Ambiente Paolo Garofoli, i sindaci di Taranto e Statte, Piero Bitetti e Fabio Spada, il presidente della Provincia di Taranto Gianfranco Palmisano, il presidente del comitato SEPAC e responsabile della task force lavoro Leo Caroli, la coordinatrice dell’Avvocatura regionale Rossana Lanza, i dirigenti regionali Gianna Elisa Berlingerio (Attività Produttive) e Rocco De Franchi (Comunicazione Istituzionale), e il direttore generale di Arpa Puglia Vito Bruno.
