Più intelligente la donna o l’uomo? Una risposta c’è

VITTORIO POLITO - Secondo il vocabolario Treccani, intelligente è il soggetto dotato di intelletto e d’intelligenza, che ha facoltà e capacità di intendere, ovvero persona che ha intelligenza pronta e vivace, che capisce e apprende con facilità, che vede e giudica le cose con chiarezza. Alfred Binet, psicologo francese, sostiene che l’intelligenza è «la facoltà di giudicare, altrimenti detta buon senso, senso pratico, iniziativa, capacità di adattarsi alle circostanze. Giudicar bene, comprendere bene, ragionar bene». Ma, a parte le definizioni, spesso siamo tormentati dal dilemma se sia più intelligente la donna o l’uomo?

Per Richard Lynn, psicologo dell’Università di Belfast, non vi sono dubbi, è l’uomo, poiché - egli afferma – il peso del suo cervello è maggiore. Ma pare che il peso non c’entri proprio nulla, ciò che più conta è la complessità del cervello stesso, così asserisce lo psicanalista Dino Origlia. In realtà il cervello maschile pesa mediamente un etto in più di quello femminile ed ha il 4% di neuroni in più, mentre quello femminile ha un maggior numero di connessioni tra una cellula e l’altra. La conferma che il cervello femminile sia più complesso viene anche da recenti ricerche americane ad opera di due neurofisiologi dell’Università di Yale, Sally e Bennet Shaywitz, i quali hanno utilizzato un nuovo apparecchio, la risonanza magnetica funzionale – FMRI - in grado di registrare i segnali di lavoro cerebrale. Presso l’Università dell’Indiana, invece, è stato notato che i maschi impegnano nella conversazione un solo emisfero cerebrale, le donne entrambi, per cui è più pronto ad ascoltare. La realtà è che l’organizzazione del cervello è diversa nei due sessi, così capita che l’uomo ha maggiori capacità di risolvere i problemi, mentre la donna ha maggiori capacità nel comprenderli. Sta di fatto che le tecniche di neuroimmagine hanno anche dimostrato che gli uomini risolvono i problemi attivando solo il lato sinistro del cervello, mentre le donne li utilizzano entrambi.

Con l’avanzare dell’età il cervello maschile si restringe più rapidamente di quello femminile. Infine il risultato di una recente indagine di ricercatori inglesi ci fa sapere anche che un gruppo di soggetti con quoziente di intelligenza elevato hanno anche più probabilità di vivere a lungo. Essi, infatti, hanno controllato un gruppo di esami eseguiti nel 1932 riscontrando che coloro che avevano un quoziente di intelligenza più elevato - media del 100 - al 1997 erano ancora in vita.

In effetti, dare una definizione dell’intelligenza appare difficile, poiché essa si modifica nel tempo a seconda di circostanze e situazioni. Secondo Howard Gardner, psiconeurologo americano, vi sono almeno sei diversi tipi di intelligenza, classificabili in: logico- matematica, creativa, linguistica, meccanica, musicale, spaziale e corporeo-cinetica (quest’ultima utilizzata dagli atleti). Nella famiglia Bach, ad esempio, l’intelligenza musicale si sprecava, se solo si considera che si sono contati ben 18 musicisti nell’arco di quattro generazioni. Per Leonardo Tondo, psichiatra dell’Università di Harvard, “le differenze esistono, ma le loro conseguenze dipendono dal contesto culturale sociale in cui si esprimono”. Che poi intelligenti si nasce o si diventa non si è ancora capito, ma da quello che dicono gli esperti si ipotizza una predisposizione. Anche Aldo Carotenuto, psicologo della personalità, asserisce che tutti abbiamo un’intelligenza di base che va stimolata sin dalla più piccola età attraverso giochi, fiabe e contatto umano, eliminando così ogni perplessità, poco importa se maschi o femmine. Ma attenzione, secondo Mohandas Gandhi, «L’eccesso di intelligenza è come un coltello senza manico: ferisce chi l’usa».