Quando a Bari si venerava la Madonna della Finestra
VITTORIO POLITO - Madonna è il titolo d’onore che si usava anticamente rivolgendosi a una donna o parlando di essa, ma per Madonna si intende soprattutto la Vergine Maria, madre di Gesù, l’Immacolata. delle Grazie, del Rosario, degli Angeli, ecc. Vi sono anche numerose espressioni ad Essa dedicate, tante chiese intitolate a Suo nome e anche il mese di maggio è dedicato a Lei.
Un notevole contributo alla Madonna è stato riservato da pittori (Tiziano, Raffaello), poeti (Dante, Petrarca) e scrittori (Jacopone da Todi, a cui è attribuito lo Stabat Mater, musicato da Giovanni Battista Pergolesi), ecc.
Vi sono poi le Madonne a cui è stata data la “specializzazione”: Madonna del Dito, Madonna del Soccorso, Madonna Addolorata, Madonna delle Grazie, Madonna del Rosario, Madonna di Lourdes, di Fatima, di Loreto, Madonna degli Angeli, Madonna dei sette dolori, Madonna delle folgori, Madonna del sudore, Madonna del Pozzo, Madonna della salute, Madonna della tosse, Madonna della formica, Madonna dei cavalli. Ci ferma solo lo spazio.
A Bari anticamente si venerava la Madonna della Finestra, ricordata da Antonio Beatillo (Historia di Bari, Cacucci Editore) e da Vito Antonio Melchiorre (Storie Baresi, Levante Editori), alla quale si sono aggiunte la Madonna di Costantinopoli o Odegitria e Madonnella. Quest’ultima dà il nome anche ad un quartiere di Bari. Il toponimo Madonnella pare sia originario da una rozza immagine sacra della Madonna col Bambino, restaurata e modificata nel tempo e presente ancora oggi in apposita edicola che domina Piazza Francesco Carabellese.
Pare, secondo Beatillo, che ai tempi di certo Rosimanno Casamassima, nominato vescovo di Polignano, fu mandato in Puglia tal Don Giovanni di Guevara a visitare la città e le fortezze della Provincia, il quale dispose la demolizione di alcuni edifici e in una di quelle finestre si notava una bella immagine di “Nostra Donna” chiamata appunto “Santa Maria della Finestra”. Don Giovanni, con i suoi poteri, dispose il trasferimento e la fece sistemare vicino alle muraglie in restauro. Il Vescovo Rosimanno informato della scoperta fece edificare una chiesetta ad essa intestata e fece costruire un bel palazzo con due giardini ed un corridoio segreto per poter andare a suo piacimento a pregare o a dir Messa.
Secondo Michele Garruba (1785-1854), arcidiacono della Cattedrale di Bari, scrive Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), nel libro “Storie Baresi”, definito il più provetto degli storici della nostra città , ma anche di quella profana, letteraria e artistica, il Casamassima fece restaurare solamente una chiesetta già esistente con la stessa denominazione sotto il Patronato di Santa Scolastica. Il palazzo passato poi in proprietà del Comune fu adibito ad alloggio per soldati di passaggio lasciando intatta la Chiesa.
Gli studiosi che hanno approfondito l’argomento, sono dell’avviso che la chiesetta in questione corrispondesse a quella della Madonna degli Angeli, esistente ancora oggi in via Boemondo nel centro storico barese che, fatta demolire nel 1900 dalla omonima Confraternita, voluta nel 1630 dall’arcivescovo Ascanio Gesualdo, è stata sostituita con l’attuale. La Confraternita fu elevata nel 1927 da Pio XI ad Arciconfraternita.
Un notevole contributo alla Madonna è stato riservato da pittori (Tiziano, Raffaello), poeti (Dante, Petrarca) e scrittori (Jacopone da Todi, a cui è attribuito lo Stabat Mater, musicato da Giovanni Battista Pergolesi), ecc.
Vi sono poi le Madonne a cui è stata data la “specializzazione”: Madonna del Dito, Madonna del Soccorso, Madonna Addolorata, Madonna delle Grazie, Madonna del Rosario, Madonna di Lourdes, di Fatima, di Loreto, Madonna degli Angeli, Madonna dei sette dolori, Madonna delle folgori, Madonna del sudore, Madonna del Pozzo, Madonna della salute, Madonna della tosse, Madonna della formica, Madonna dei cavalli. Ci ferma solo lo spazio.
A Bari anticamente si venerava la Madonna della Finestra, ricordata da Antonio Beatillo (Historia di Bari, Cacucci Editore) e da Vito Antonio Melchiorre (Storie Baresi, Levante Editori), alla quale si sono aggiunte la Madonna di Costantinopoli o Odegitria e Madonnella. Quest’ultima dà il nome anche ad un quartiere di Bari. Il toponimo Madonnella pare sia originario da una rozza immagine sacra della Madonna col Bambino, restaurata e modificata nel tempo e presente ancora oggi in apposita edicola che domina Piazza Francesco Carabellese.
Pare, secondo Beatillo, che ai tempi di certo Rosimanno Casamassima, nominato vescovo di Polignano, fu mandato in Puglia tal Don Giovanni di Guevara a visitare la città e le fortezze della Provincia, il quale dispose la demolizione di alcuni edifici e in una di quelle finestre si notava una bella immagine di “Nostra Donna” chiamata appunto “Santa Maria della Finestra”. Don Giovanni, con i suoi poteri, dispose il trasferimento e la fece sistemare vicino alle muraglie in restauro. Il Vescovo Rosimanno informato della scoperta fece edificare una chiesetta ad essa intestata e fece costruire un bel palazzo con due giardini ed un corridoio segreto per poter andare a suo piacimento a pregare o a dir Messa.
Secondo Michele Garruba (1785-1854), arcidiacono della Cattedrale di Bari, scrive Vito Antonio Melchiorre (1922-2010), nel libro “Storie Baresi”, definito il più provetto degli storici della nostra città , ma anche di quella profana, letteraria e artistica, il Casamassima fece restaurare solamente una chiesetta già esistente con la stessa denominazione sotto il Patronato di Santa Scolastica. Il palazzo passato poi in proprietà del Comune fu adibito ad alloggio per soldati di passaggio lasciando intatta la Chiesa.
Gli studiosi che hanno approfondito l’argomento, sono dell’avviso che la chiesetta in questione corrispondesse a quella della Madonna degli Angeli, esistente ancora oggi in via Boemondo nel centro storico barese che, fatta demolire nel 1900 dalla omonima Confraternita, voluta nel 1630 dall’arcivescovo Ascanio Gesualdo, è stata sostituita con l’attuale. La Confraternita fu elevata nel 1927 da Pio XI ad Arciconfraternita.
