De Santis, Giulitto e Todaro (PD): «Il sindaco Leccese ha fatto bene: Bari è città di pace, diritti e dialogo»
«Fratelli d’Italia ripete che il Governo sostiene la soluzione dei “due Stati”. Se è davvero così, allora la presidente Meloni riconosca ufficialmente lo Stato di Palestina. Oppure dobbiamo pensare che preferisca aspettare che la Palestina non esista più?»
È con questa domanda che i segretari del Partito Democratico Puglia, della Terra di Bari e della città di Bari rispondono alle polemiche sollevate dal centrodestra sul conferimento delle chiavi della città alla relatrice ONU Francesca Albanese.
«La scelta del sindaco Vito Leccese di consegnare le chiavi della città a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati, è un atto simbolico e coraggioso, che conferma la vocazione internazionale, democratica e solidale di Bari. Una città che non ha mai avuto paura di alzare la voce per la pace, i diritti umani e la giustizia globale».
Così Domenico De Santis, Giuseppe Giulitto e Gianfranco Todaro, rispettivamente segretari del Partito Democratico Puglia, del Partito Democratico della Terra di Bari e del Partito Democratico di Bari città, commentano la richiesta del centrodestra di revocare l’iniziativa prevista per il 4 agosto.
«Le accuse rivolte oggi sono il sintomo di una visione miope e provinciale – dichiarano – che tenta di ridurre la portata di un gesto che parla al mondo. Francesca Albanese non è un’opinionista qualsiasi: è una rappresentante delle Nazioni Unite, incaricata di monitorare una delle crisi più gravi e dimenticate del nostro tempo. Chi contesta la sua presenza, dovrebbe avere il coraggio di leggere i suoi rapporti anziché gridare allo scandalo sulla base di slogan o pregiudizi. La polemica sollevata dal centrodestra suona strumentale e stonata, specie in un momento storico in cui servirebbero invece coerenza, responsabilità e rispetto per il ruolo delle istituzioni internazionali. Bari non ha mai fatto scelte identitarie o escludenti, e continuerà ad aprire le sue porte – e le sue chiavi – a chi lavora per costruire ponti, non muri».
«Chi oggi parla di “azioni simboliche” per contestare il conferimento delle chiavi – concludono – mostra un’idea ristretta della politica, che si nutre solo di contrapposizione. Noi preferiamo un’idea opposta: quella di una città che si affaccia sul Mediterraneo e rivendica il diritto di essere protagonista di una visione diversa, fondata sul dialogo, sul diritto internazionale e sulla dignità di ogni popolo. Bari è e resterà una città di pace.»
