Frecciarossa Bari-Milano: due ore di ritardo e disservizi, viaggio da incubo per i passeggeri
BARI – Un normale viaggio ad alta velocità da Bari a Milano si è trasformato in un vero e proprio incubo per i passeggeri del Frecciarossa 8830, partito il 19 agosto da Bari con arrivo previsto poco prima della mezzanotte. Il treno ha accumulato circa due ore di ritardo a causa di un guasto alla linea elettrica nei pressi di Rignano Garganico. Il convoglio è rimasto fermo inizialmente per mezz’ora all’Incoronata, poi per circa un’ora a Foggia, viaggiando successivamente a soli 30 km/h.
Oltre al disagio legato al ritardo, i viaggiatori hanno denunciato assoluta mancanza di informazioni durante tutto il tragitto. «Famiglie con bambini stanchi, anziani spaesati e persone costrette a cercare informazioni che non arrivavano mai», racconta un passeggero. La situazione è peggiorata a Pescara, dove molti hanno perso la coincidenza con il treno regionale per Giulianova, l’ultimo della giornata, trovandosi senza indicazioni né assistenza efficace.
I danni sono stati anche economici: due biglietti da Foggia a Pescara costano circa 78 euro, ai quali si sono aggiunti ulteriori 15 euro per mezzi alternativi, mentre Trenitalia prevede un rimborso massimo del 25% del prezzo del Frecciarossa, circa venti euro, non sufficiente a compensare il disagio subito.
I passeggeri denunciano un ritardo gestito in modo inadeguato, senza coordinamento con le coincidenze e senza un presidio di assistenza, a differenza di quanto avviene in altri Paesi europei, dove ritardi simili vengono affrontati con rimborsi automatici, trattenimento delle coincidenze e opzioni alternative immediate.
«Il problema non è il guasto tecnico, ma la gestione totale dell’emergenza», commenta un viaggiatore. «Pagare quasi 80 euro per una tratta di un’ora e mezza e trovarsi a viaggiare per tre ore e mezza senza certezze mina completamente la fiducia nel trasporto ferroviario».
Il racconto di questo viaggio mette in luce criticità nella gestione dei disservizi e nella comunicazione con l’utenza, evidenziando come la mancanza di tutele concrete possa scoraggiare chi sceglie il treno come alternativa sostenibile ad auto e aerei.
