L’umorismo? Diverte e fa bene alla salute
VITTORIO POLITO - L’umorismo è la facoltà e la capacità di percepire, esprimere e rappresentare gli aspetti più curiosi, incongruenti e divertenti della realtà che possono suscitare il riso e il sorriso, senza malignità, ma con umana comprensione e simpatia come lo scrittore o il disegnatore, grafico, che si esprimono racconti, disegni, vignette o fumetti che strappano un sorriso.
Secondo Ippocrate (460-370 a.C.), l’organismo è costituito da quattro umori fondamentali: la facoltà, la capacità e il fatto stesso di percepire, esprimere e rappresentare gli aspetti più curiosi, incongruenti e comunque divertenti della realtà: il sangue, associato all’aria, al caldo e umido; al flegma, legato all’acqua, al freddo e umido, alla bile gialla, legata al fuoco e al caldo secco e alla bile nera, legata alla terra e al freddo e secco. Quando uno di questi umori predominava sugli altri, si credeva che influenzasse il temperamento della persona, allora, se prevaleva il sangue si poteva avere temperamento sanguigno con le caratteristiche di ottimista, socievole, energico; se prevaleva il flegma si poteva essere calmo, riflessivo, pacato (flemmatico); la prevalenza della bile gialla rendeva il soggetto collerico, impulsivo, ambizioso, irascibile; la prevalenza della bile nera, infine, rendeva il soggetto melanconico, sensibile, introspettivo e artistico.
Quindi, se per “umorismo” si intendeva il senso dell’umore, il vocabolo “umore” deriva proprio da questa teoria, e nel tempo ha assunto anche il significato di stato d’animo o disposizione mentale.
Secondo Anatole France (1844-1924), scrittore francese, «L’umorismo è una qualità peculiare di quelle persone che sono inclini a considerare le vicende della vita con un garbato senso di superiorità, senza malevolenza, senza cinismo e senza cadere vittime delle passioni». Infatti l’umorismo è considerato come una valvola di sicurezza per soddisfare bisogni repressi e/o aggressività. Non è da tutti avere il senso dell’umorismo.
Il famoso musicista polacco Fryderyk Chopin (1810-1849), sosteneva che «Chi non ride mai non è persona seria». Infatti, il senso dell’umorismo è un modo intelligente, sottile e ingegnoso di vedere, interpretare e presentare la realtà, ponendone in risalto gli aspetti insoliti, bizzarri e divertenti. Per Mark Twain (1835-1910), «È mettere insieme incoerenza e assurdità in modo divagante e talvolta senza scopo e sembrare innocentemente ignari che si tratti di assurdità». Per Antonio De Curtis, in arte Totò, (1898-1967), invece, «È la rappresentazione, filtrata attraverso la propria sensibilità, degli uomini nei loro difetti, nelle loro manchevolezze, nella loro vanagloria»
L’uomo è l’unico animale che ride. Neanche le scimmie, molto abili ad imitare gli atteggiamenti umani, riesconoa riprodurre questo fenomeno fisico. D’altro canto l’uomo non può ridere a suo piacimento, dal momento che la risata è una manifestazione involontaria, un fatto meccanico ed autonomo, provocato da un muscolo, chiamato diaframma, che divide il torace dall’addome.
Solitamente a scatenare la risata è il senso del contrario: un capitombolo improvviso di un signore elegante fa ridere a crepapelle e non è certamente una manifestazione di cinismo, in quanto al momento che la ragione prende il sopravvento e si comincia a pensare alle possibili conseguenze di quella caduta, allora… c’è ben poco da ridere.
Curiosità
C’è anche la preghiera per ottenere il senso dell’umorismo di San Tommaso Moro (Thomas More) (1478-1535), umanista, scrittore, politico e martire, autore del celebre testo Utopia, in cui descrisse una società ideale.
Quindi, se per “umorismo” si intendeva il senso dell’umore, il vocabolo “umore” deriva proprio da questa teoria, e nel tempo ha assunto anche il significato di stato d’animo o disposizione mentale.
Secondo Anatole France (1844-1924), scrittore francese, «L’umorismo è una qualità peculiare di quelle persone che sono inclini a considerare le vicende della vita con un garbato senso di superiorità, senza malevolenza, senza cinismo e senza cadere vittime delle passioni». Infatti l’umorismo è considerato come una valvola di sicurezza per soddisfare bisogni repressi e/o aggressività. Non è da tutti avere il senso dell’umorismo.
Il famoso musicista polacco Fryderyk Chopin (1810-1849), sosteneva che «Chi non ride mai non è persona seria». Infatti, il senso dell’umorismo è un modo intelligente, sottile e ingegnoso di vedere, interpretare e presentare la realtà, ponendone in risalto gli aspetti insoliti, bizzarri e divertenti. Per Mark Twain (1835-1910), «È mettere insieme incoerenza e assurdità in modo divagante e talvolta senza scopo e sembrare innocentemente ignari che si tratti di assurdità». Per Antonio De Curtis, in arte Totò, (1898-1967), invece, «È la rappresentazione, filtrata attraverso la propria sensibilità, degli uomini nei loro difetti, nelle loro manchevolezze, nella loro vanagloria»
L’uomo è l’unico animale che ride. Neanche le scimmie, molto abili ad imitare gli atteggiamenti umani, riesconoa riprodurre questo fenomeno fisico. D’altro canto l’uomo non può ridere a suo piacimento, dal momento che la risata è una manifestazione involontaria, un fatto meccanico ed autonomo, provocato da un muscolo, chiamato diaframma, che divide il torace dall’addome.
Solitamente a scatenare la risata è il senso del contrario: un capitombolo improvviso di un signore elegante fa ridere a crepapelle e non è certamente una manifestazione di cinismo, in quanto al momento che la ragione prende il sopravvento e si comincia a pensare alle possibili conseguenze di quella caduta, allora… c’è ben poco da ridere.
Curiosità
C’è anche la preghiera per ottenere il senso dell’umorismo di San Tommaso Moro (Thomas More) (1478-1535), umanista, scrittore, politico e martire, autore del celebre testo Utopia, in cui descrisse una società ideale.
Preghiera del buonumore
Dammi o Signore, una buona digestione
ed anche qualcosa da digerire.
Dammi la salute del corpo,
col buonumore necessario per mantenerla.
Dammi o Signore, un’anima santa,
che faccia tesoro di quello che è buono e puro,
affinché non si spaventi del peccato,
ma trovi alla Tua presenza
la via per rimettere di nuovo le cose a posto.
Dammi un’anima che non conosca la noia,
i brontolamenti, i sospiri e i lamenti,
e non permettere che io mi crucci eccessivamente
per quella cosa troppo invadente che si chiama “io”.
Dammi, o Signore, il senso dell’umorismo,
concedimi la grazia di comprendere uno scherzo,
affinché conosca nella vita un po’ di gioia
e possa farne parte anche ad altri.
Così sia.
