Tragedia sfiorata a Salve: 13enne tenta il suicidio, salvata da due carabinieri fuori servizio
SALVE - Poteva trasformarsi in una tragedia il drammatico episodio avvenuto nel pomeriggio di venerdì 1° agosto a Salve, nel basso Salento, dove una ragazza di appena 13 anni ha tentato di togliersi la vita, salendo sul tetto di una casa in costruzione con l’intento di lanciarsi nel vuoto. A salvarla, in extremis, è stata una coppia di carabinieri fuori servizio, marito e moglie, in vacanza nella loro terra d’origine.
La giovane, in preda a un evidente stato di angoscia e confusione, si era seduta sul bordo del parapetto, singhiozzando e piangendo. Una scena tanto fragile quanto straziante, a cui fortunatamente hanno assistito due militari dell’Arma dei Carabinieri, di passaggio in quel momento. Lei, vicebrigadiere 33enne originaria di Gioia del Colle, e lui, carabiniere scelto 36enne di Casarano, attualmente in servizio ad Ancona, non hanno esitato un solo istante.
Mentre il marito si posizionava sotto il terrazzo per qualsiasi evenienza, la donna è riuscita a trovare un varco per salire al piano superiore e avvicinarsi alla ragazza, cercando con voce ferma ma rassicurante di tranquillizzarla. Pochi istanti dopo sono giunti sul posto anche due militari del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Tricase, che hanno affiancato i colleghi in un delicato lavoro di squadra.
Grazie alla prontezza, alla lucidità e alla sensibilità mostrata dai quattro carabinieri, la giovane è stata convinta a desistere dal gesto estremo ed è stata fatta scendere in sicurezza. Subito dopo è stata trasportata in ambulanza presso l’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase, dove ha ricevuto le prime cure e gli accertamenti sanitari.
Secondo una prima ricostruzione, all’origine del gesto ci sarebbe un quadro depressivo che la ragazza starebbe affrontando da diversi mesi, sintomo di un disagio profondo e silenzioso.
L’episodio riporta all’attenzione pubblica il tema urgente e spesso sottovalutato della salute mentale tra gli adolescenti, sempre più esposti a pressioni sociali, isolamento emotivo e crisi identitarie. Un campanello d’allarme che chiama in causa famiglie, istituzioni e società intera, affinché nessun giovane si senta più solo al punto da pensare di arrendersi.
In questa tragica vicenda, fortunatamente evitata, resta un messaggio forte: la presenza, l’attenzione e l’umanità possono fare la differenza, anche nel momento più buio.
La giovane, in preda a un evidente stato di angoscia e confusione, si era seduta sul bordo del parapetto, singhiozzando e piangendo. Una scena tanto fragile quanto straziante, a cui fortunatamente hanno assistito due militari dell’Arma dei Carabinieri, di passaggio in quel momento. Lei, vicebrigadiere 33enne originaria di Gioia del Colle, e lui, carabiniere scelto 36enne di Casarano, attualmente in servizio ad Ancona, non hanno esitato un solo istante.
Mentre il marito si posizionava sotto il terrazzo per qualsiasi evenienza, la donna è riuscita a trovare un varco per salire al piano superiore e avvicinarsi alla ragazza, cercando con voce ferma ma rassicurante di tranquillizzarla. Pochi istanti dopo sono giunti sul posto anche due militari del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Tricase, che hanno affiancato i colleghi in un delicato lavoro di squadra.
Grazie alla prontezza, alla lucidità e alla sensibilità mostrata dai quattro carabinieri, la giovane è stata convinta a desistere dal gesto estremo ed è stata fatta scendere in sicurezza. Subito dopo è stata trasportata in ambulanza presso l’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase, dove ha ricevuto le prime cure e gli accertamenti sanitari.
Secondo una prima ricostruzione, all’origine del gesto ci sarebbe un quadro depressivo che la ragazza starebbe affrontando da diversi mesi, sintomo di un disagio profondo e silenzioso.
L’episodio riporta all’attenzione pubblica il tema urgente e spesso sottovalutato della salute mentale tra gli adolescenti, sempre più esposti a pressioni sociali, isolamento emotivo e crisi identitarie. Un campanello d’allarme che chiama in causa famiglie, istituzioni e società intera, affinché nessun giovane si senta più solo al punto da pensare di arrendersi.
In questa tragica vicenda, fortunatamente evitata, resta un messaggio forte: la presenza, l’attenzione e l’umanità possono fare la differenza, anche nel momento più buio.
