ASL Lecce, oncologia sdoppiata: Blasi presenta interrogazione urgente


LECCE – Due reparti di oncologia, due direttori e un conflitto tra ospedale e università. È questa la situazione che ha spinto il consigliere regionale Sergio Blasi (Pd) a presentare un’interrogazione urgente all’assessore alla Sanità Raffaele Piemontese, chiedendo chiarimenti sul caso del “Vito Fazzi” di Lecce.

Al centro della vicenda lo sdoppiamento della Unità operativa di oncologia, diretta da tempo dalla dottoressa Silvana Leo. Accanto all’Oncologia ospedaliera, dotata di 15 posti letto, la Asl ha istituito una nuova Oncologia universitaria con 4 posti letto, affidata al professor Ugo De Giorgi, docente di seconda fascia dell’Università del Salento. Entrambe le articolazioni, sottolinea Blasi, restano comunque al di sotto degli standard minimi previsti dal DM 70/2015.

Secondo il consigliere dem, la delibera del direttore generale della Asl di Lecce (n. 1235 del 31 ottobre 2024) che ha attribuito a De Giorgi la direzione della struttura complessa universitaria, solleva più di un dubbio di legittimità. Blasi chiede infatti di verificare la conformità della procedura al protocollo d’intesa tra Regione Puglia e Università del Salento, che prevede procedure condivise tra le parti e il rispetto dei parametri nazionali e regionali in materia di rete ospedaliera.

La vicenda, oltre agli aspetti burocratici e normativi, ha un impatto diretto sui pazienti: «La duplicazione delle strutture – rileva Blasi – rischia di limitare le potenzialità di servizio alla cittadinanza e acuisce un conflitto tra operatori sanitari della Asl e docenti universitari».

Il consigliere chiede quindi all’assessorato una presa di posizione chiara: dal riconoscimento dell’unicità della UOC di oncologia alla definizione della titolarità della direzione, fino alla classificazione della nuova unità universitaria, che potrà comunque operare solo dopo l’autorizzazione e l’accreditamento da parte della Regione.

Blasi sollecita infine la Regione a intervenire, anche con i poteri sostitutivi, vista l’assenza di un atto aziendale della Asl e la mancata sottoscrizione dei protocolli attuativi tra Università e Azienda.