Bari, apre il Caffè Safer: uno spazio sicuro e inclusivo per la comunità LGBTQIA+
BARI – Un luogo dove sentirsi accolti, ascoltati e riconosciuti. Mercoledì 17 settembre alle ore 11 sarà inaugurato in via Abbrescia 13 il Caffè Safer, nuovo spazio sociale e di supporto per la comunità LGBTQIA+, nato nell’ambito delle attività del CAD Mo.N.Di, il Centro Antidiscriminazione gestito da MiXED LGBTQIA+ in partenariato con Sud Est Donne.
Finanziato con fondi Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali e attraverso il bando Connecting Spheres promosso da Oxfam Italia, il Caffè Safer si propone come punto di riferimento continuativo e accessibile, soprattutto per chi vive discriminazioni legate all’orientamento sessuale o all’identità di genere.
Dal 2022 il CAD Mo.N.Di ha già sostenuto gratuitamente oltre 120 persone, in gran parte giovani, spesso segnati da contesti familiari ostili e ambienti sociali stigmatizzanti. «Quella che abbiamo intercettato finora è solo la punta dell’iceberg – spiega Rosy Paparella, coordinatrice del CAD – La vergogna e la diffidenza rendono difficile chiedere aiuto. Per questo il Caffè Safer vuole abbattere barriere e offrire un contatto diretto e informale».
Lo spazio sarà aperto al pubblico nel pomeriggio, senza appuntamento, con attività che vanno dal supporto psicologico individuale gratuito a laboratori creativi e incontri sociali. Particolare attenzione sarà riservata alle persone LGBTQIA+ più marginalizzate – migranti, rifugiate, persone con disabilità o in isolamento sociale – grazie a collaborazioni con realtà come ANIMU (Associazione Nazionale Interpreti LIS) e il Gruppo Lavoro Rifugiati di Bari.
«La sicurezza per noi non è distanza ma prossimità: è ascolto, cura, partecipazione – sottolinea lo psicoterapeuta e attivista Anto Buonamassa –. Vogliamo offrire un luogo dove riconoscersi e sentirsi riconosciuti, anche solo per un tè o una chiacchierata».
All’inaugurazione interverranno Francesca Bottalico, consigliera delegata alle attività socioculturali della Città Metropolitana di Bari, Rosy Paparella e Anto Buonamassa.
Il Caffè Safer si presenta come un presidio di inclusione e benessere quotidiano, aperto alle differenze e attento alle ferite collettive del presente, dalle guerre alle migrazioni forzate, per trasformare l’accoglienza in resistenza culturale e sociale.
