Carcere di Lecce, operazioni anti-droga: Di Giacomo (F.S.A. C.N.P.P.-S.PP.) elogia la professionalità del personale
LECCE – Il personale della polizia penitenziaria del carcere di Lecce continua a dimostrare grande professionalità nelle operazioni anti-droga, nonostante le persistenti carenze di organico e di strumenti adeguati, in particolare per intercettare i droni utilizzati per introdurre stupefacenti nelle carceri italiane.
Lo sottolinea Aldo Di Giacomo, esponente del sindacato F.S.A. C.N.P.P.-S.PP., commentando il recente ritrovamento di significativi quantitativi di droga all’interno della struttura. «Gli agenti hanno dato prova di grande impegno e merito, riuscendo a stroncare traffici di droga interni per decine di milioni di euro», afferma.
Di Giacomo evidenzia che nelle celle si registra un’evoluzione del mercato della droga: non solo sostanze stupefacenti classiche, ma anche pasticche di tipo “Blu Punisher”, farmaci tritati o sniffati come Orudis 200, Contramal, Stinox, Lentomil, cerotti alla morfina e persino francobolli con colla contenente stupefacenti. La criminalità organizzata, secondo il sindacalista, continua a gestire e controllare questi traffici anche dall’interno delle carceri, confermando quella che definisce la Mafia 2.0.
Il sindacato chiede rafforzamento dell’attività investigativa all’interno degli istituti penitenziari e nei servizi di sicurezza speciale, sottolineando che l’assunzione recente di alcune decine di agenti è insufficiente a coprire i vuoti lasciati dai pensionamenti e a contrastare in modo efficace la criminalità organizzata.
«Il personale penitenziario merita riconoscimento e sostegno – conclude Di Giacomo – perché continua a garantire sicurezza e legalità in condizioni difficili e spesso con risorse limitate».
