Festival della Letteratura Mediterranea: il 21 settembre il gran finale con “La cura dello sguardo” di Domenico Iannacone e Felice Sblendorio
LUCERA – Ultima giornata per il Festival della Letteratura Mediterranea di Lucera, giunto alla XVIII edizione e organizzato da APS Mediterraneo è Cultura con la direzione artistica di Annalisa Mentana. Dopo quattro giorni di incontri, dialoghi e contaminazioni tra linguaggi, il festival saluta il suo pubblico con un evento che racchiude la sua essenza: l’intreccio tra parola, teatro e responsabilità civile.
Alle 11.00, nel Chiostro della Biblioteca Comunale “R. Bonghi”, andrà in scena “La cura dello sguardo”, conversazione scenica che unisce inchiesta, memoria e teatro. A condurla saranno Domenico Iannacone, tra i più autorevoli giornalisti italiani, e Felice Sblendorio, autore e curatore di eventi culturali. La regia porta la firma di Cosimo Severo, la produzione è della Compagnia Bottega degli Apocrifi, realtà da sempre attenta a legare l’arte scenica alle urgenze del presente.
Non un semplice spettacolo né un’intervista dal vivo: La cura dello sguardo è un incontro ibrido, dove le storie degli “ultimi” diventano narrazione viva, capace di restituire dignità e profondità a chi troppo spesso resta invisibile.
Iannacone, volto noto di Rai 3 grazie ai programmi I dieci comandamenti e Che ci faccio qui, ha fatto del racconto civile la sua cifra distintiva, ottenendo premi come il Premiolino, cinque Ilaria Alpi, il Paolo Borsellino e il Goffredo Parise. Al suo fianco, Sblendorio porta l’esperienza maturata nei festival letterari e con il recente documentario Il sangue mai lavato, dedicato a Francesco Marcone.
Il tema scelto per questa edizione, “La fatica di restare”, trova così la sua piena realizzazione: restare come atto di resistenza, cura e testimonianza. Il festival si chiude con un messaggio forte: raccontare è un gesto poetico e politico, un modo per prendersi cura della realtà e di chi la abita.
Il visual, affidato all’illustratore Kanjano, ha accompagnato la rassegna con immagini sospese tra sogno e radicamento, simbolo della “restanza” che ha fatto da filo conduttore a incontri, dibattiti e performance.
Il Festival della Letteratura Mediterranea si congeda dunque rinnovando la sua missione: essere spazio vivo, aperto e coraggioso, capace di costruire ponti tra discipline, generazioni e culture.
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