Ponte girevole, un campanello d’allarme per la Difesa: la Cisl Fp chiede una cabina di regia
TARANTO - Il recente inconveniente al Ponte girevole di Taranto, prontamente risolto senza conseguenze per la sicurezza e la stabilità della struttura, rappresenta per la Cisl Funzione Pubblica un segnale da non sottovalutare. A lanciare l’allarme è Umberto Renna, segretario territoriale della Cisl Fp di Taranto e Brindisi, che parla di “serio campanello d’allarme per tutti gli insediamenti del Ministero della Difesa presenti nel territorio ionico”.
Secondo il sindacato, la progressiva riduzione di lavoratori civili e di posti di lavoro, unita a una continua diminuzione delle risorse economiche — anche per le ore di straordinario — rischia di tradursi in una paralisi capace di pregiudicare non solo il funzionamento delle strutture militari, ma anche l’economia di un’intera comunità.
Non è soltanto il Ponte girevole a destare preoccupazione, il cui funzionamento oggi è garantito da un organico ridotto a un terzo rispetto al previsto e con dipendenti a cui viene negato il pagamento degli straordinari. Altre situazioni critiche riguardano la Camera iperbarica dell’Ospedale Militare, presidio sanitario fondamentale per la città, e la Centrale elettrica dell’Arsenale, gestita da pochissimi tecnici: senza di loro non solo l’area militare, ma anche ampie zone urbane rischierebbero di restare al buio.
Per Renna è l’intero sistema a essere in crisi. Mancano infatti oltre duemila unità tra tecnici e addetti alla logistica in tutti gli enti della Difesa. Le carenze di personale e di fondi per le manutenzioni si ripercuotono su strutture chiave come Arsenale, Base Navale e Maricommi, con conseguenze potenzialmente gravi per l’efficienza della flotta.
La Cisl Fp denuncia una situazione paradossale: a fronte di un taglio del 50% del personale — conseguenza della legge 244/2012 che la politica aveva promesso di modificare — e della riduzione delle risorse per lo straordinario, si continuano a pretendere gli stessi livelli di attività e di efficienza. “È un’equazione che non sta in piedi”, sottolinea Renna, ricordando come anche il vertice politico e lo stesso Capo di Stato Maggiore della Marina abbiano annunciato nuovi fondi, che però non sembrano arrivare agli enti periferici.
Secondo il sindacato, prevale una confusione gestionale che potrebbe essere risolta solo con un coordinamento più incisivo tra le diverse componenti della Marina, in particolare quelle operative e logistiche. Intanto, sul territorio si moltiplicano i segnali di crisi: cancellazioni di attività, soppressioni di posti di lavoro e prospettive di esternalizzazione o trasferimento altrove delle stesse risorse.
La Cisl Fp lancia dunque un appello alle istituzioni locali, accusate di essersi limitate finora a interventi simbolici o marginali. “Non è più tempo di stare alla finestra”, afferma Renna, chiedendo l’istituzione di una cabina di regia permanente con rappresentanti militari, politici, sindacali e istituzionali. L’obiettivo è analizzare la situazione e avanzare proposte concrete, sia a livello locale che nazionale, per scongiurare una deriva che il sindacato definisce “irreversibile”.
