Bitonto, conclusa la prima fase di BIOLEVO: focus su sostenibilità e qualità dell’olivicoltura biologica


Il convegno nazionale a Bitonto traccia un bilancio del progetto e apre la strada a nuovi obiettivi per la filiera olivicola italiana.

Si è chiusa oggi a Bitonto, nello stabilimento Finoliva Global Service, la prima fase di BIOLEVO, il progetto ideato da Biol Italia e finanziato dal MASAF, dedicato alla sostenibilità, qualità e eticità dell’olivicoltura biologica. L’iniziativa ha coinvolto produttori di tutta Italia, puntando a migliorare le pratiche agricole, favorire lo scambio di conoscenze e contrastare i cambiamenti climatici.

Durante il convegno nazionale sulla sostenibilità in olivicoltura biologica, Gaetano Paparella di Biol Italia ha evidenziato come il progetto abbia promosso attività di formazione, consulenza e tour dell’innovazione, concentrandosi sulla gestione della sostanza organica del suolo, il miglioramento dell’assorbimento di CO₂ e la conservazione delle risorse idriche. Inoltre, sono state realizzate mostre e la manifestazione Biol Frantoi Aperti per sensibilizzare i cittadini sull’impegno dei produttori.

Il prossimo obiettivo sarà la creazione di un club nazionale di produttori olivicoli, volto a condividere obiettivi comuni di sostenibilità e eticità, mentre realtà locali come il Bio Distretto delle Lame hanno sottolineato l’importanza di collaborazione tra aziende agricole, strutture ricettive, amministrazioni pubbliche e cittadini.

Il sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci, ha ricordato il ruolo centrale dell’olivicoltura nel programma amministrativo locale, sia per il sostegno al settore sia per la promozione dei prodotti biologici di qualità come l’olio extravergine d’oliva.

Al cuore del convegno la sessione scientifica “Le sfide della sostenibilità olivicola”, che ha visto la partecipazione di esperti nazionali. Il professor Riccardo Gucci (UNIPI) ha presentato dati sulle nuove varietà di ulivi resistenti alla Xylella, sottolineando la necessità di tutelare anche l’olivicoltura tradizionale per il suo valore produttivo, culturale e paesaggistico.

Il professor Luigi Roselli (UniBa) ha affrontato la transizione agroecologica, evidenziando come sia più avanzata nel centro-sud e nelle isole rispetto al nord, e come integrazione con allevamento o colture miste e supporto alle piccole e medie imprese siano fattori chiave per il successo.

Il convegno si è concluso con una tavola rotonda tra operatori della filiera, dove è emersa la necessità di controlli più rigorosi su origine e qualità dei prodotti, e l’intento di rafforzare la competitività internazionale con linee di olio biologico e DOP accompagnate dalla valorizzazione della storia e del territorio.