Il modello Agrifood Puglia per il Made in Italy: evoluzioni, sfide e opportunità oltre i confini nazionali

BARI – La Puglia conferma il suo ruolo di protagonista nella filiera agroalimentare italiana, con performance economiche e sociali di rilievo. Secondo l’analisi di TEHA Group, presentata durante la 2ª edizione del Forum “Il modello Agrifood Puglia per il Made in Italy: evoluzioni e sfide, oltre i confini nazionali”, la regione si colloca al 7° posto in Italia per Valore Aggiunto nel settore agroalimentare, con 4,5 miliardi di Euro, e si distingue per occupazione e numero di imprese, risultando la prima in entrambe le categorie con 155.400 occupati e 270.000 imprese attive, di cui il 98% agricole.

A livello nazionale, il settore agroalimentare genera un Valore Aggiunto di 74 miliardi di Euro, superando tre volte l’automotive di Francia e Spagna e raddoppiando la somma della farmaceutica di Francia e Germania. “Le produzioni certificate rappresentano il principale fattore di competitività e posizionamento di eccellenza del Made in Italy – commenta Benedetta Brioschi, Partner e Responsabile Food&Retail di TEHA Group – e la Puglia si distingue soprattutto per la produzione di olio d’oliva certificato, con 34 milioni di Euro di fatturato, il doppio dei volumi della seconda denominazione in classifica.”



Cambiamento climatico e tecnologia: sfide per la filiera pugliese

L’agricoltura pugliese, come quella italiana, è fortemente dipendente dall’acqua, che rappresenta il 57% dei prelievi nazionali. Il cambiamento climatico mette a rischio la stabilità del settore: nel 2024 la Puglia ha subito danni agricoli per 1,4 miliardi di Euro, una cifra destinata a crescere del 60% entro il 2050. La tecnologia viene indicata come leva strategica per contrastare gli effetti del clima estremo e supportare la crescita del fatturato.



Export agroalimentare pugliese: numeri record e diversificazione Dazi, Italian Sounding e nuove opportunità

Il settore agroalimentare pugliese ha registrato un export record di 2,9 miliardi di Euro nel 2024, con una crescita annua del +13,1%, quasi il doppio della media nazionale (+7,3%). La frutta e la verdura rappresentano il 22,9% delle esportazioni totali, confermando la Puglia come prima regione italiana per orticoltura in termini di superficie e volumi.

Il sistema pugliese si distingue anche per la diversificazione geografica: esporta in 162 Paesi, raggiungendo un indice di diversificazione dell’81%, superiore di 15 punti percentuali alla media del Sud Italia, con un quarto delle esportazioni diretto in Germania.



Dazi, Italian Sounding e nuove opportunità

Non mancano le sfide: i dazi statunitensi rappresentano un rischio, ma oltre il 90% delle esportazioni pugliesi verso gli USA riguarda prodotti a bassa sostituibilità, limitando l’impatto economico a 3,8 milioni di Euro.

Parallelamente, l’Italian Sounding, cioè la contraffazione dei prodotti Made in Italy, impatta sulla Puglia per 3,3 miliardi di Euro, posizionandola seconda nel Sud Italia. “Questo fenomeno può essere trasformato in opportunità di crescita – sottolinea Brioschi – attraverso la tutela delle denominazioni di origine, la tracciabilità e la valorizzazione internazionale delle filiere locali.”

Con queste strategie, la Puglia consolida la sua posizione di ambasciatrice del Made in Italy nel mondo, pronta a cogliere le opportunità del mercato globale e a rafforzare l’eccellenza del settore agroalimentare regionale.