La misteriosa “manna” di San Nicola
Il prodigioso liquido che trasuda dalle reliquie del Santo di Bari
MARIO CONTINO* - Tra i molti fenomeni legati al culto di San Nicola di Bari, uno dei più affascinanti e discussi è senza dubbio quello della “manna”, una sostanza liquida e trasparente che, secondo la tradizione, trasuderebbe dalle reliquie del santo custodite nella cripta della Basilica di San Nicola.
Da secoli, questo evento è considerato segno di grazia e di mistero, attirando pellegrini, studiosi e curiosi da ogni parte del mondo, tra scettici e credenti.
Le prime attestazioni della “manna” risalgono al periodo immediatamente successivo alla morte del santo, avvenuta a Myra, in Licia. Già in quella tomba, secondo i biografi più antichi, si sarebbe manifestato un liquido trasparente, ritenuto miracoloso. Dopo la traslazione delle reliquie a Bari (nel 1087), il fenomeno continuò ininterrottamente, tanto che per secoli i pellegrini giungevano nella città pugliese non solo per venerare San Nicola, ma anche per ottenere una goccia della sua preziosa manna, ritenuta dotata di virtù taumaturgiche.
Un antico racconto del XVII secolo, redatto dall’abate Pacichelli, descrive con vivida precisione la scena all’interno dell’altare maggiore: “un portello di ferro si apriva per mostrare una cavità illuminata da lampade, al cui interno si trovavano ossa e reliquie del santo immerse in una coppa d’argento contenente un liquido chiaro, identificato come la manna”. Lo stesso testo riferisce che tale sostanza veniva raccolta annualmente e distribuita ai fedeli e ai religiosi, persino inviata fino a Napoli.
Ancora oggi, nella cripta della basilica, il fenomeno della manna viene osservato con stupore: con fede da parte dei tanti credenti e con stupida ilarità da parte degli irrispettosi. Le analisi chimiche effettuate nel corso del tempo hanno escluso cause banali come infiltrazioni d’acqua o condensa, considerando l’impermeabilità dell’alveo in cui riposano le ossa e la totale assenza di residui organici o infiltrazioni esterne.
Gli esperti che si sono occupati della manna sostengono che la sostanza non presenti caratteristiche anomale dal punto di vista fisico, ma la sua origine e periodicità restano razionalmente inspiegabili. Le autorità ecclesiastiche, da parte loro, continuano a considerarla un segno di benedizione divina, senza però imporre un’interpretazione dogmatica del fenomeno.
Ogni anno, il 9 maggio, durante la festa della Traslazione delle reliquie di San Nicola, si svolge la cerimonia ufficiale della raccolta della manna. Il rettore della basilica, alla presenza del sindaco di Bari o di un suo delegato, preleva il liquido dalla tomba del santo. La sostanza viene poi distribuita ai fedeli in ampolle sigillate, utilizzate per benedire le parti del corpo malate.
Nel corso dei secoli, la manna di San Nicola è stata considerata una fonte di guarigione e protezione, simbolo indiscutibile della presenza spirituale del taumaturgo barese tra i suoi devoti.
* Scrittore del mistero
.png)