Puglia, dissequestrate 800 piante di cannabis light: “La giustizia sconfessa ancora una volta il Decreto Sicurezza”


BRINDISI - Il Tribunale del Riesame di Brindisi ha disposto il dissequestro di oltre 800 piante di canapa sativa light, restituendole ai produttori a cui erano state sequestrate nei mesi scorsi. La decisione conferma un orientamento ormai consolidato in diversi tribunali italiani, che in più occasioni hanno riconosciuto la legittimità delle coltivazioni avviate nel rispetto delle normative europee e delle filiere certificate.

Secondo l’associazione ALPAA, che ha diffuso una nota insieme al CAALPA Nazionale, il provvedimento del tribunale rappresenta “un’ulteriore sconfessione dell’impianto repressivo del Decreto Sicurezza”, che negli ultimi anni ha generato “gravi incertezze e ostacoli per i produttori agricoli”.

“Non è il primo episodio, e certamente non sarà l’ultimo – sottolineano i rappresentanti di ALPAA – in cui la magistratura riconosce la piena legittimità delle coltivazioni di canapa light, confermando quanto già stabilito dalle Sezioni Unite della Cassazione nel luglio 2019”.

Un settore in crescita, ma penalizzato

La canapa sativa light, spiegano le associazioni, è una coltura con applicazioni nei settori del tessile, della bioedilizia, dell’alimentare, della farmaceutica e della cosmetica. In Italia coinvolge circa 30 mila addetti, 3 mila aziende e genera un indotto stimato in oltre due miliardi di euro.

Tuttavia, denunciano ALPAA e CAALPA, il quadro normativo nazionale continua a penalizzare soprattutto i piccoli produttori, che rappresentano l’80% del tessuto agricolo del Paese. “Invece di sostenere una filiera sostenibile e innovativa – affermano – si scoraggia l’investimento e si alimenta un clima di sospetto verso chi opera nella legalità e nella trasparenza”.

“Serve una riforma del quadro normativo”

Secondo le associazioni, il Decreto Sicurezza si dimostra “anacronistico e dannoso”, non solo per l’agricoltura ma anche per lo sviluppo rurale e ambientale. “In nome di una sicurezza mal interpretata – si legge nella nota – si criminalizza ciò che altrove in Europa è motore di sviluppo e innovazione. È urgente che il Parlamento e il Governo avviino una revisione della normativa, riconoscendo la canapa come coltura legale, utile e strategica”.

ALPAA e CAALPA concludono ribadendo che “la vera sicurezza si costruisce con il lavoro, la legalità e la conoscenza, non con la repressione cieca”, annunciando inoltre la volontà di “adottare tutte le iniziative necessarie a difesa dei produttori e dei lavoratori del settore”.