Antonio Tajani ospite a Pulp Podcast

 

È disponibile dalle ore 14:00 del 15 dicembre la nuova puntata di Pulp Podcast, il format condotto da Fedez e Mr. Marra, che questa volta ospita il Vicepresidente del Consiglio della Repubblica Antonio Tajani. L’intervista si apre con una domanda che intercetta la curiosità di molti: “In cosa consiste realmente il suo lavoro?” Tajani risponde con un quadro puntuale delle sue giornate istituzionali, chiarendo anche che la dinamica della giornata dipende molto dalle attività che lo vedono coinvolto date le cariche che ricopre: Vicepresidente del Consiglio, Ministro degli Esteri e Segretario di Forza Italia.

Da qui la conversazione si sposta sul piano tecnico e politico, affrontando i principali scenari globali: la crisi in Medio Oriente e i rapporti comme, la guerra in Ucraina e le sfide diplomatiche che coinvolgono l’Italia. In qualità di responsabile del commercio internazionale, Tajani approfondisce anche il tema dei dazi, delle relazioni strategiche con i partner globali e delle questioni consolari, tra cui la gestione dei circa 2.500 cittadini italiani detenuti all’estero. 

Nel corso della conversazione, i due intervistatori affrontano con Tajani anche uno dei temi più delicati per il panorama politico italiano: la realtà attuale di Forza Italia dopo la scomparsa del suo fondatore, Silvio Berlusconi. Alla domanda su come il partito stia proseguendo il proprio percorso e su come lui viva la costante presenza dell’ex premier nelle campagne di comunicazione, Tajani risponde con fermezza:

“Il pensiero di Berlusconi è una risorsa che non vogliamo cancellare perché fa parte della nostra storia”. Chiarisce inoltre di non sentirsi “oscurato” dall’immagine del leader scomparso, rivendicando con naturalezza di avere “due maestri di vita” che sono stati significanti per la sua formazione: Indro Montanelli come giornalista e Silvio Berlusconi come politico. Un passaggio che offre agli ascoltatori una visione diretta di come Tajani interpreti la continuità del progetto politico di Forza Italia, collocandosi non come erede in ombra, ma come custode e interprete di una storia che considera ancora centrale per il futuro del partito. Un partito che è in costante crescita, sostenuto dagli iscritti e da imprenditori quali i figli Marina e Piersilvio Berlusconi.

Nel corso dell’intervista, si arriva poi ad uno dei capitoli più delicati dell’attualità politica: articolo 31, decreto sicurezza e ruolo dei servizi segreti. Fedez solleva dubbi e perplessità sul presunto “ampio margine di libertà” concesso all’intelligence italiana, aprendo un confronto diretto sulla gestione reale dei poteri attribuiti ai servizi. Tajani interviene con una precisazione netta:

i servizi segreti agiscono sulla nostra sicurezza ma esclusivamente su richiesta del Governo, ribadendo che l’attuale coordinamento è affidato al Segretario generale Alfredo Mantovano. L’unico ambito in cui i servizi mantengono una libertà operativa immediata spiega Tajani riguarda il contenimento degli attacchi terroristici, area in cui la rapidità d’azione è fondamentale per garantire la sicurezza nazionale. Restituendo così un quadro più preciso del rapporto tra governo, intelligence e cittadini. 

A quel punto sorge un’altra interessante domanda “Quanto la infastidiscono le continue Ingerenze di Salvini sulla politica estera? Su una scala da una a cinque stelle?” “Direi una” Risponde Tajani e aggiunge “Salvini dice ciò che vuole, ma la linea politica la decidiamo io e la presidente Meloni. Questa è la verità.”

Tajani ha poi toccato uno dei dossier infrastrutturali più discussi degli ultimi mesi: il Ponte sullo Stretto di Messina. Interrogato sulle possibili infiltrazioni mafiose legate alla realizzazione dell’opera, il ministro ha ribadito con fermezza che la mafia non rappresenta una minaccia specifica: la malavita è ovunque, il ponte rimane un’infrastruttura necessaria per la crescita e lo sviluppo di due regioni cruciali come Sicilia e Calabria.

Con queste dichiarazioni, il ministro rilancia una visione di governo coesa su politica estera e infrastrutture strategiche, ribadendo la determinazione dell’esecutivo nel portare avanti i dossier più delicati dell’agenda nazionale.