Ex Ilva, giornata decisiva: Flacks in pole position. Restano nodi su investimenti, lavoro e ambiente


TARANTO - Giornata chiave per il futuro dell’ex Ilva. I comitati di sorveglianza di Ilva in amministrazione straordinaria e di Acciaierie d’Italia hanno concluso l’esame approfondito delle proposte presentate dai fondi americani Flacks e Bedrock, valutandone gli aspetti industriali, finanziari, occupazionali e ambientali.

Al termine dell’analisi, l’orientamento espresso dai commissari – e condiviso dai due comitati – è nettamente favorevole a Flacks. L’offerta di Bedrock è stata giudicata debole e sostanzialmente non vincolante. La valutazione sarà ora trasmessa al Governo, che attraverso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy dovrà avviare la negoziazione in esclusiva con Flacks.

Si apre così una fase estremamente delicata. L’esecutivo punta a rafforzare il progetto industriale individuando un partner industriale solido, mentre restano ancora aperti nodi cruciali: l’entità degli investimenti, le garanzie occupazionali, il costo dell’energia e soprattutto il percorso di decarbonizzazione del polo siderurgico di Taranto.

Lo stop giudiziario sull’altoforno 1

Sul dossier pesa intanto una nuova decisione della Magistratura. La Procura di Taranto ha respinto per la seconda volta la richiesta di dissequestro dell’altoforno 1, fermo dopo l’incendio del 7 maggio. L’azienda ha annunciato ricorso, stimando perdite economiche pari a circa 90 milioni di euro al mese a causa dello stop produttivo.

Produzione e tensioni sindacali

Sul fronte industriale, a metà gennaio è previsto il fermo di tre batterie della cokeria (la 7, la 8 e la 12), che saranno avviate al preriscaldo. Il coke necessario alla produzione verrà acquistato all’esterno. L’altoforno 2 dovrebbe invece tornare in funzione intorno al 20 gennaio.

I sindacati tornano a premere sul Governo, chiedendo il ritiro del “piano corto” e la riapertura immediata del confronto a Palazzo Chigi, per ottenere certezze su produzione, occupazione e prospettive industriali.

Il futuro dell’ex Ilva resta dunque appeso a una trattativa complessa, tra scelte industriali, vincoli giudiziari e un contesto sociale ed economico che rende ogni decisione cruciale per Taranto e per l’intero sistema siderurgico nazionale.