La storia di Teresa e Mauro Antonelli diventa un documentario TV: sfrattati per un debito di 4.500 euro
Il caso dei coniugi di Terlizzi approda su “Fatti di Nera” – Canale 122 del Cusano Media Group
TERLIZZI – Per un debito originario di appena 4.500 euro hanno perso la casa costruita con anni di sacrifici. La vicenda di Teresa Cataldo e Mauro Antonelli, coniugi di Terlizzi, è diventata nel tempo uno dei casi simbolo delle criticità del sistema delle esecuzioni immobiliari in Italia e oggi approda in televisione sotto forma di documentario.
La loro storia è al centro di una puntata della serie “Non colpevole: giustizia al rovescio”, in onda su Fatti di Nera – Canale 122, emittente tematica del Cusano Media Group dedicata alla cronaca nera, giudiziaria e ai casi irrisolti. Il documentario è stato trasmesso il 12 dicembre ed è disponibile anche on demand su Cusano Media Play.
Sfrattati e costretti a vivere in una casetta di legno
Sfrattati due anni fa, Teresa e Mauro oggi vivono in una piccola casetta di legno montata nel giardino della stessa abitazione dalla quale sono stati allontanati. Una soluzione di fortuna, simbolo di una battaglia che la coppia non ha mai smesso di portare avanti, chiedendo attenzione e giustizia alle istituzioni.
La protesta li ha condotti fino a Roma, prima davanti al Ministero della Giustizia e poi a Montecitorio, dove hanno dormito per oltre dieci giorni nella speranza di essere ascoltati. Un appello rimasto, finora, senza risposte concrete.
La voce di Teresa: “Una mamma tradita dalla giustizia”
Nel documentario è Teresa Cataldo, oggi settantenne, a raccontare in prima persona la vicenda che ha segnato la sua famiglia.
«Sono una donna e una mamma italiana truffata dalla giustizia e tradita vigliaccamente dalle istituzioni – afferma –. Io e mio marito, con mille sacrifici, avevamo costruito una casa per noi e per i nostri tre figli. Doveva essere il luogo in cui chiudere la nostra vita tra gli affetti. Invece ci è stato tolto tutto».
Secondo il racconto di Teresa, dietro l’esproprio ci sarebbe un progetto di lottizzazione che avrebbe coinvolto anche la loro abitazione. «Invece di rinunciare alla lottizzazione, si eliminano le famiglie – denuncia –. Oggi vivo nel terrore di essere buttata fuori definitivamente, di non sapere dove andare, di perdere tutto per un debito minimo».
Una vicenda simbolo
Il documentario ricostruisce le tappe della procedura esecutiva e il dramma umano che ne è seguito: la paura quotidiana, la tensione familiare, il senso di fallimento e l’impatto psicologico su marito e figli. «Io sono una dei tanti uccisi dalla giustizia italiana – conclude Teresa –. Chiedo, anzi pretendo, che venga avviata un’ispezione presso il Tribunale di Trani per verificare la legittimità degli atti. Rivoglio la mia casa, la mia vita».
La storia di Teresa e Mauro Antonelli, ora raccontata in televisione, continua a sollevare interrogativi sul funzionamento delle esecuzioni immobiliari e sul confine tra legalità formale e giustizia sostanziale, dando voce a chi chiede di non essere lasciato solo davanti a un sistema percepito come sproporzionato e disumano.
