'Riaprire l’Ospedale di Gagliano', idea (e sondaggio) del Movimento 'Rinascimento dei Popoli del Capo di Leuca'


FRANCESCO GRECO
- L’84,2 vorrebbe ripristinarlo con tutti i reparti; al 18,2 basterebbe almeno il Pronto Soccorso.

Tema: riaprire l’Ospedale "Daniele-Romasi" di Gagliano del Capo (Lecce)? Il sondaggio on line è chiaro, i numeri non sono appellabili.

L’idea è venuta all’architetto di Alessano (Lecce) Cosimo Montinaro, fondatore del Movimento socio-culturale "Rinascimento dei Popoli del Capo di Leuca".

Consultazione popolare che in poche ore ha raccolto consensi e numerosi commenti, alcuni entusiasti, altri disincantati.

Un po’ di background è assai utile a capire i termini della questione.

"Ospedale dei poveri": così lo definì don Tonino Bello, vescovo di Molfetta, Terlizzi, Giovinazzo e Ruvo di Puglia che, nel reparto di Chirurgia, fu sottoposto a un delicato intervento il 3 settembre del 1991 per un grave patologia che, purtroppo, si rivelerà fatale (morirà il 20 aprile 1993). Oggi in quel luogo una stanza e una biblioteca portano il suo nome.

L’Ospedale nacque nel 1964, in un territorio che ne era sprovvisto e ne avvertiva il forte bisogno.

Da un lascito di due filantropi, appartenenti a famiglie nobili della zona: i Daniele e i Romasi. Nobilissima la motivazione dei benefattori, nello specifico i coniugi donna Emilia Romasi ed Enrico Daniele: "Alleviare le sofferenze dei poveri".

Che era anche un vincolo. Di cui però i posteri non hanno purtroppo tenuto conto.

Solo tre anni più tardi, nel 1967, aprì le sue corsie il "Panico" di Tricase, che si trova a pochi km e fu fondato dal Cardinale Giovanni Panico e affidato all’Ordine delle Marcelline.

Altro elemento del ricco background, sconosciuto ai più: i Baroni Romasi (che hanno la tomba di Famiglia in quel di Galatina), inizialmente volevano aprirlo nel loro Castello di Montesardo (intitolato alle Baronesse Anna ed Eleonora, sorelle di donna Emilia e di don Riccardo), ma furono sconsigliati a causa delle prevedibili difficoltà nella viabilità nei vicoli del centro antico.

Il bellissimo Castello, un gioiello di architettura, fu poi donato ai Padri Vocazionisti che aprirono un orfanatrofio.

Il "Daniele-Romasi" rimase "vittima" del riordino ospedaliero ai primi del Duemila. Un presidente di Regione di destra, stando alla narrazione popolare, perse le elezioni (2005) perché divenne argomento di campagna elettorale. Il successore di sinistra applicò il suddetto riordino e l’Ospedale di Gagliano fu uno dei primi a cadere. E’ anche in questo snodo storico che incuba la tragedia delle liste d’attesa.
Il povero sindaco del paese, Antonio Buccarello e qualche associazione sui territori rimasero i soli a combattere a mani nude contro il depotenziamento facendo riferimento anche alla volontà dei benefattori e le parole della donazione. Inutilmente. Divenne un anonimo presidio con ambulatori e uffici. La chiamarono "sanità del territorio", o "di prossimità".

Il sondaggio lanciato dal professionista ha attivato un dibattito sui territori, con opinioni e commenti. Eccone alcuni: "Magariii" (Valeria Moscatello); "Se succede è un miracolo grazie a te" (Francesco Bello); "Magari fosse vero" (Francesca Colaci e Assuntina Renna); "Il presidente che ha vinto ha parlato che inizierà dalla sanità e dalle liste d’attesa" (Mirella Greco). Forse per l’"Ospedale dei poveri" si apre un nuovo capitolo.