Simone Sello: ''Il mio percorso tra suoni, immagini e sperimentazione''
E' disponibile sulle piattaforme digitali di streaming “Paparazzi, Izakayas and Cowboys”, il nuovo album di Simone Sello.
Il nuovo progetto di Simone Sello fonde atmosfere Spaghetti Western con rock/blues, surf ed elettronica retro-futurista, arricchite da suggestioni giapponesi. Ogni brano è concepito come un capitolo di un film immaginario, dove la chitarra guida l'ascoltatore attraverso paesaggi desertici, notti urbane al neon e scenari surreali. L'album viene pubblicato traccia dopo traccia, in un percorso narrativo che unisce ricerca sonora e visione cinematica.
Grazie alla sua multiculturalità , in California - spiega - ho sviluppato anche un forte interesse per il Giappone, e in questo album ho voluto inserire elementi musicali tratti dalla cultura orientale. Ho scoperto che, dal punto di vista narrativo, questi mondi non sono poi così distanti: basti pensare al senso estetico di “Yojimbo” di Akira Kurosawa, che riecheggia in alcune pellicole di Sergio Leone. Le composizioni hanno così un’identità ibrida e sperimentale, capace di dialogare con pubblici diversi: dagli amanti del rock classico e delle colonne sonore vintage a chi apprezza l’elettronica e il sound design contemporaneo''.
Questo nuovo singolo cosa rappresenta nel tuo percorso artistico?
Grey Horse’s Standpoint rappresenta per me un punto di consapevolezza: è un brano che unisce diverse anime del mio percorso — la ricerca sonora, l’immaginazione cinematografica e il desiderio di creare un linguaggio personale. È un pezzo che guarda al passato con gratitudine, ma allo stesso tempo apre una porta verso una dimensione più sperimentale, dove musica e immagine procedono insieme. In un certo senso è un manifesto del mio attuale modo di vedere l’arte: contemplazione, coraggio e narrazione.
Com’è nata l’idea del videoclip?
È nata da una visione surreale: un cavallo grigio che osserva il deserto e, a poco a poco, prende il controllo di un’astronave. Volevo fondere due immaginari che amo da sempre — il Western e la fantascienza — utilizzando l’estetica del surrealismo. Il video racconta un viaggio interiore, una parabola sul rapporto tra istinto e tecnologia. Le immagini girate nei deserti californiani sono poi state manipolate in postproduzione per amplificare il senso di sogno, proprio come faccio con i suoni nelle mie composizioni.
Hai collaborato con grandi artisti, da Vasco Rossi a Renato Zero. Che esperienze sono state?
Sono tutte esperienze che mi hanno arricchito profondamente. Con Vasco Rossi ho lavorato per diversi anni a Los Angeles: la sua energia, il suo modo diretto di vivere la musica, la costante ricerca della verità mi hanno segnato artisticamente. Con Renato Zero ho vissuto un’altra dimensione, molti anni prima: la cura per il dettaglio, l’intensità emotiva, e soprattutto la teatralità . Ogni artista mi ha insegnato qualcosa sul rapporto tra forma e contenuto, e tutte queste esperienze continuano a vivere dentro la mia musica.
Con quale artista ti piacerebbe collaborare?
Mi affascinerebbe molto lavorare con Brian Eno o Björk, due figure che hanno ridefinito il concetto stesso di suono come esperienza sensoriale. Ma mi piacerebbe anche collaborare con registi o visual artist che esplorano il rapporto tra musica e immagine. In generale, amo gli artisti che non hanno paura del cambiamento e che vedono l’arte come un laboratorio.
Perché hai lasciato l’Italia per gli Stati Uniti?
In realtà non mi sono mai distaccato dall’Italia, e credo che qesto si evinca anche dalla mia musica Comunque nel 1997 scelsi di trasferirmi a Los Angeles per cercare nuove possibilità espressive. In Italia avevo già iniziato un percorso importante, ma sentivo il bisogno di confrontarmi con un panorama più internazionale. Los Angeles, con la sua varietà culturale e la sua apertura creativa, mi ha permesso di esplorare mondi diversi: dalla produzione musicale al filmmaking, fino alla musica per immagini. È stato un salto nel vuoto, ma necessario per trovare una dimensione più ampia del mio linguaggio artistico.
Prossimi progetti?
Sto completando la pubblicazione dell’album Paparazzi, Izakayas and Cowboys, un progetto che unisce musica e video in un’unica narrazione. Quasi tutti i singoli sono accompagnati da un videoclip e da un’estetica coerente, come capitoli di un film musicale. Parallelamente sto lavorando a nuovi concept audiovisivi e a collaborazioni internazionali, con l’obiettivo di avvicinarmi sempre più al mondo del cinema e delle colonne sonore. Il mio percorso continua a muoversi tra suono, immagine e sperimentazione.
