Alla corte del Catapano c’è da imparare… accoglienza

di LUIGI LAGUARAGNELLA — Questa mattina tra gli operai impegnati ad ultimare il tempietto che accoglierà la statua di San Nicola, al centro delle maestose luminarie in piazza del Ferrarese, le signore di Bari vecchia in continuo movimento adoperandosi alla preparazione di orecchiette che si intravedono esposte sulle tavole di legno all’interno delle case oppure intente a pulire la strada all’esterno delle loro abitazione per rendere accogliente e bello il borgo, la città sta incominciando a riempirsi di gente.

Dalle viuzze e dalle piazze si adocchiano non solo i cittadini che in pieno sabato di festa si godono la città, ma i tanti turisti e pellegrini. Sin da questa mattina tra le transenne posizionate per il corteo storico che partirà alle 20.30 dal castello Normanno-Svevo, la basilica di San Nicola è un susseguirsi di gente che entra ed esce per una visita culturale o per pregare.

La vecchia corte del Catapano è un vero esempio di accoglienza, di fedi religiose, di persone affascinate dall’architettura della basilica e dalla storia di San Nicola. Di fronte la facciata, mentre alcuni operai sistemano il portico del pellegrino, gruppi di turisti ascoltano le loro guide in lingua tedesca, russa o semplicemente inglese; tante persone, con in mano la macchina fotografica non vogliono perdersi uno scatto di questa prima mattina di festa patronale.

Entrando in chiesa altri gruppi, tra cui molte donne con in testa il velo scendono e salgono dalla cripta: ascoltano le curiosità storiche e architettoniche della chiesa e rivolte verso la statua si segnano con la croce (ortodossa) prima di uscire; contemporaneamente a questo gruppo di persone, evidentemente dell’est europeo, una decina di pellegrini con il tipico bastone e zaino in spalla, appena giunti al termine del loro cammino cantano, pregano e ringraziano dinanzi al loro santo. Sono i pellegrini (come è scritto sul foulard) giunti da Vasto. Cantando, pregando e ringraziando escono dalla basilica senza mai dare le spalle all’altare, camminando all’indietro.

La basilica di San Nicola è piena e attira per storia e devozione. Dopo questo gruppo di pellegrini dall’ingresso un uomo percorre l’intera navata centrale in ginocchio e pregando in silenzio. Silenzio all’esterno è difficile ottenerlo perché dalla piazza arriva in processione un gruppo di fedeli ortodossi che portano alcune icone e percorrendo la navata laterale intonano canti guidati dal sacerdote in talare dando al luogo sacro la giusta melodia.

Cattolici e ortodossi insieme, come sempre grazie a San Nicola. Si resta talmente incantati che non si ha il tempo di prendere lo smartphone per fermare almeno una di quelle emozioni.

Quell’antica corte del Catapano dinanzi quella basilica che da oggi sarà più che mai tripudio di lingue, fede, storia e scoperta, ha molto da insegnare a questa moderna società europea…

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