Anno nuovo, a ciascuno il proprio Calendario


di VITTORIO POLITO - Sin dai tempi remoti i popoli hanno sentito la necessità di misurare il tempo. L’osservazione di fenomeni atmosferici costanti nel loro avvicendarsi, come la levata e il tramonto del sole, l’alternarsi della luce e delle tenebre, le fasi lunari, l’apparizione ad intervalli costanti di alcuni astri in precise posizioni, ecc., hanno suggerito la ripartizione del tempo in giorni, mesi anni. Da qui la nascita del calendario.

Ma cos’è un calendario? È un sistema convenzionale di divisione del tempo in periodi costanti (anno, mese, giorno): calendario lunare, basato sul moto della Luna; solare, che collega la durata dell'anno civile o legale con quella dell'anno tropico, cioè con l'intervallo di tempo compreso fra due passaggi consecutivi del Sole a uno stesso equinozio; giuliano, quello riformato da Giulio Cesare, in cui ogni tre anni, ciascuno di 365 giorni, fa seguito un anno di 366, con un giorno in più nel mese di febbraio, anno bisestile; gregoriano, quello riformato nel 1582 dal pontefice Gregorio XIII e ora vigente in quasi tutti gli stati. Normalmente utilizziamo l’almanacco senza sapere o renderci conto di tutto quello che è stato fatto per giungere all’indispensabile almanacco. Ed ecco qualche utile informazione sull’argomento.

Dopo l’avvicendarsi di varie riforme si è giunti a quella attuale, il Calendario gregoriano, voluto dal pontefice Gregorio XIII, approvato nel 1582, che per eliminare le inaccettabili incongruenze nel calendario voluto da Giulio Cesare, nominò un’apposita commissione composta da cosmografi, astronomi, cardinali, matematici, dal patriarca di Siria e da un uditore della Sacra Rota. La Commissione, dopo varie proposte, accettò quella di Luigi Lillo, medico di origine calabrese, appassionato di problemi matematici e astronomici e il 24 febbraio 1582 il pontefice Gregorio XIII, con la bolla “Inter gravissimas”, decretò le modifiche del calendario. La riforma gregoriana si è imposta quasi dappertutto, ma inizialmente molti Stati non l’accettarono, soprattutto quelli a maggioranza protestante, ma col passar del tempo quasi tutti si sono adeguati al nuovo calendario. Ma vi sono anche altri calendari, utilizzati in Stati che abbracciano altre religioni come gli ebrei, i cinesi, i musulmani, ecc.

Il Calendario ebraico, tuttora vigente, è composto da anni comuni di 353, 354 o 355 giorni suddivisi in 12 mesi lunari e da anni cosiddetti embolismici di 383, 384 o 385 giorni suddivisi in 13 mesi lunari. Gli ebrei contano gli anni dalla prima luna nuova dell’anno della creazione del mondo secondo la Bibbia (verso mezzanotte del 6 ottobre 3761 a.C. del calendario giuliano), dal quale iniziano i cicli di 19 anni, formati da 12 anni comuni e 7 embolismici, equivalenti a 19 anni solari. I nomi dei mesi sono i seguenti: Tishri, Heshvan, Kislev, Tevet, Shevat, Adar, Nisan, Iyar, Sivan, Tammuz, Av, Elul. Le principali feste religiose sono la Pesah (Pasqua), il Kippur (ricevimento delle Tavole), Quasir (Pentecoste) e Sukkot (Fuga dall’Egitto).

Il Calendario musulmano e iraniano è lunare, ed è composto da 12 mesi lunari di 29 e 30 giorni, formando anni di 354 o 355 giorni. Gli anni lunari sono contati dall’Egira (la fuga di Maometto avvenuto il 16 luglio 622 d.C.), e nell’arco di 30 anni vi sono 11 anni abbondanti, in cui si aggiunge un giorno all’ultimo mese. I nomi dei mesi sono: Jumada I, Jumada II, Rajab, Sha’ban, Ramadan, Shawwal Dhu, Dhu al-Q’adah, Dhu al-Hijjah, mentre il giorno inizia al tramonto. Il Calendario iraniano fu introdotto nel 1925. Anch’esso è basato sull’Egira, ma è regolato con quello solare. Il primo giorno dell’anno, che conta dodici mesi, è il 21 marzo (equinozio di primavera).

Il Calendario cinese, che secondo la tradizione fu inventato nel 2637 a.C., è un calendario lunisolare ed è composto da anni comuni di 353, 354 o 355 giorni suddivisi in 12 mesi e da anni embolismici di 383, 384 o 385 giorni suddivisi in 13 mesi. Ad ogni anno, che fa parte di un ciclo di 60 e che veniva contato dall’ascesa al trono dell’Imperatore, è assegnato un nome composto da due parti: una radice celeste non traducibile (jia, yi, bing, ding, wu, ji, geng, xin, ren, gui) e un ramo terrestre con uno dei seguenti 12 termini zi (topo), chou (bue),yin (tigre), mao (coniglio), chen (drago), si (serpente), wu (cavallo), wei (pecora), shen (scimmia), you (gallo), xu (cane) e hai (maiale). Questi ultimi rappresentano anche i segni dello zodiaco cinese. Il Capodanno cinese (Hsin Nien) dura 4 giorni e cade quando inizia il mese numero uno, ovvero tra il 21 gennaio e il 19 febbraio del calendario gregoriano.

Da qualche anno si pubblica a Bari il Calendario comparato (ebraico-cristiano-islamico-ortodosso), a cura di Don Nicola Bux, Michele Loconsole e Michele Monno, con testi e ricerca iconografica di Mariagrazia Belloli e Donatella Di Modugno, in collaborazione con l’ENEC (Europe-Near East Centre). Il calendario comparato potrebbe sopperire in parte alle esigenze delle diverse comunità religiose presenti sul nostro territorio, consentendo a tutti di vedere che il mondo non ha una sola voce, rispondendo così anche alle provocazioni che giungono da esponenti di ogni genere di estremismo.

Tra le ultime novità mi piace segnalare il “Sincronario galattico”, che la Wip Edizioni pubblica da qualche anno, giunto alla 16ª edizione, una sorta di calendario cosiddetto delle 13 lune di 28 giorni, creato interamente in base all’osservazione che utilizza solo numeri, invece di riferimenti culturali. Non riflette alcuna ideologia e non ha pregiudizi culturali. Praticamente è uno strumento di sincronizzazione con i cicli del tempo naturale, scanditi dalla frequenza armonica 13:20 (i numeri che codificano il calendario sacro dei Maya).

Il Calendario delle Tredici Lune integra i cicli della Terra con quelli della Luna e del Sole in modo armonioso, risolvendo il problema. Poiché la luna compie in un anno 13 rotazioni attorno alla Terra, il sincronario delle 13 lune è un autentico calendario solar-lunare che mette in rapporto la rivoluzione terrestre intorno al Sole con l’orbita lunare attorno alla Terra.

Tanto per intenderci il calendario cosiddetto gregoriano, voluto da Papa Gregorio XIII nel 1582, è formato da mesi irregolari e disuguali. Viceversa nel Calendario delle 13 Lune, ogni Luna ha 28 giorni. Ciò costituisce un grande vantaggio poiché permette di fare calcoli facili. Il primo giorno di ogni Luna, infatti, è anche il primo giorno della settimana – sempre.

Il Sincronario utilizzato originariamente dai Maya, i guardiani del tempo più sofisticati del pianeta, rende anche possibile il calcolo dei giorni festivi con accuratezza. Inoltre nel Calendario delle 13 Lune, equinozi e solstizi cadono sempre nello stesso giorno dell’anno. Va anche detto che gli Inca, gli Egizi, i Maya, i Celti e gli indigeni polinesiani usano da sempre un calendario di 13 lune di 28 giorni, più un giorno finale che conclude il ciclo solare annuale.

Molte delle notizie riportate in questa nota sono state riprese dal volume di Patrizia de Sylva “Il Calendario – Dalle Origini ai nostri giorni”, edito da Levante Editori di Bari.

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