Policlinico di Bari: screening neonatale metabolico, la Puglia regione virtuosa

BARI - Si è tenuta stamattina nel padiglione del Consiglio Regionale della Puglia in Fiera del Levante la conferenza stampa di presentazione delle nuove tecnologie per lo screening neonatale metabolico allargato organizzato dall’associazione Amegep - Domenico Campanella (Associazione Malattie Metaboliche e Genetiche Puglia ONLUS).

Da anni l’associazione è impegnata sul territorio per l’ottenimento dello screening neonatale metabolico allargato e oggi è stato inaugurato l’avvio di questo traguardo finalmente raggiunto: la Puglia, come già altre regioni, vanta l’adeguamento alla legge 19/08/2016 n. 167 che consente di diagnosticare 40 patologie metaboliche con l’intento di conoscere precocemente se si è affetti da malattie congenite evitando danni spesso irreversibili. Questo, dunque, è stato il primo traguardo raggiunto dall’area medica pugliese rappresentata in conferenza dal commissario straordinario Ares Puglia Giovanni Gorgoni e dal direttore generale dell’Azienda Consorziale Policlinico di Bari Vitangelo Dattoli con la coordinatrice Co.Re. Ma.R Puglia Giuseppina Annichiarico e il professor Franco Carnevale dell’associazione A.ME.GE.P.

"L’altro importantissimo traguardo raggiunto – spiega Carnevale – è stato quello di inglobare anche la Basilicata in un percorso virtuoso che ha inserito le due regioni tra le più attrezzate e avanzate a diagnosticare patologie metaboliche dopo la Toscana (la prima nel 2004), Liguria, Veneto, Marche e Umbria. Contiamo di avviare tra circa un mese una imminente definizione gestionale di tutto il processo con i colleghi lucanii".

Come funziona – Sono sufficienti poche gocce di sangue del neonato prelevate direttamente nel punto nascita per avviare la procedura di screening presso il Centro regionale neonatale Giovanni XXIII: un ‘cartoncino’ su cui il sangue ‘strisciato’ viene inviato al Centro per diagnosticare 40 patologie metaboliche e/o rare con lo stesso prelievo di sangue ed entro 24/48 ore è già possibile ritirare il risultato.

"Non è stata una partita facile ma l’abbiamo vinta – illustra il direttore generale del Policlinico Vitangelo Dattoli -: è un servizio che la sanità pugliese è orgogliosa di offrire a tutte le famiglie dei piccoli pazienti con grandi professionalità e con strutture attrezzate e adeguate con un trascorso che prende vita con il Centro Regionale per lo screening neonatale istituito nel 2015 nel Policlinico – Giovanni XXIII presso l’Ospedale pediatrico. Un servizio assicurato in tutti i 28 punti nascita pubblici e nei 4 privati accreditati. E’ un risultato soprattutto di civiltà che – con l’entrata in vigore della legge nazionale- ha consentito di accertare dal 1^ gennaio 2017 ad oggi 30 casi di neonati affetti da malattie metaboliche congenite o rare subito curati su circa 26mila nati. E’ un percorso molto complesso perché pensato come ‘rete’ di lavoro con la vicina Basilicata individuando un centro di riferimento che consentirà un livello di efficacia uniforme in tutti i presidi territoriali. E’ stato firmato un protocollo d’intesa con la Regione Basilicata grazie al quale saranno accreditati altri 5 Centri Nascita che si prevede andranno a regime a partire dal 1^ novembre 2017".

"Le patologie identificate precocemente con lo screening – conclude Dattoli – associate a trattamenti mirati e tempestivi consentono ai bambini la speranza di una vita normale: nei due terzi dei casi analizzati, infatti, i piccoli pazienti possono essere considerati sani a tutti gli effetti". Alla conferenza sono intervenuti anche Pietro Quinto, direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale di Matera, il quale ha sottolineato come un passaggio vitale sia stata la possibilità di lavorare in sintonia con il direttore Dattoli per la riuscita di un progetto così complesso che pone la Puglia e la Basilicata tra le regioni virtuose nella prevenzione e nella cura delle malattie metaboliche neonatali o rare. "Ho appoggiato e appoggio gli sforzi e le competenze messe a disposizione per questo importante progetto – ha detto Quinto – anche per l’organizzazione avanzata e le professionalità messe in campo dal collega Dattoli perché si è voluto ragionare sui bacini di utenza come è giusto che sia e non sulla popolazione perché se così fosse stato una regione come la Basilicata da sola non avrebbe potuto realizzarlo".

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