Venezia, oh cara!

di FRANCESCO GRECO - 1499-1509: gli undici anni di “decadenza dorata” (durerà tre secoli) che sconvolsero la “Splendida”, detta anche la “Dominante” e ne rimodularono il ruolo nel contesto geo-politico, economico, culturale dell’Europa e del Mediterraneo.
 
Anni densi di eventi uno intrecciato all’altro come in un gioco di scatole cinesi, che tracciano una via originale della città nel Rinascimento italiano. Che lo storico Alessandro Marzo Magno ricostruisce magnificamente, quasi con la passione dell’entomologo e il pathos con cui si guarda alla propria patria, in “La Splendida” (Venezia 1499-1509), Laterza Bari-Roma 2019, pp. 264, euro 20,00 (collana i Robinson/Letture), eccezionale il corredo fotografico.

Per uno di quei curiosi, assai frequenti giochi del fato, il bellissimo saggio ci è giunto nei giorni tragici in cui tutto il mondo trepidava per Venezia invasa dall’acqua, le sue bellezze devastate, mostrando a tutti la magnificenza del passato e la pochezza dei contemporanei, chiusi in un labirinto oscuro di chiacchiere, di rimpallo di responsabilità, il tutto permeato dall’ideologia che purtroppo si mette ovunque.
 
Ma la città sull’acqua è immortale, e quasi a prendersi gioco degli uomini e dei loro capricci, come la fenice, rinascerà anche stavolta dalle sue stesse ceneri. Il leone ruggirà per sempre.
 
Marzo Magno svela le infinite sedimentazioni della Venezia di cinque secoli fa, quando sottomessa militarmente – i veneziani sono tarati per l’arte, i commerci, il lusso, il divertimento, non per le armi – risorge come capitale della bellezza, il gusto, la dolce vita, quale crocevia di artisti e sovrani presi da un edonismo che si irradia in ogni dove, prima di Lepanto e in attesa che arrivi Casanova. 
 
Capitale mitteleuropea al confine di Oriente e Occidente, contenitore di popoli, culture, domini, più li ibrida e più Venezia resta se stessa, unica in tutto, sublime nel suo mistero immaginifico sospeso fra arte e bellezza, di cui l’Europa che la accerchia è gelosa.
 
Infiniti i suoi primati e i copyright. Dal primo libro tascabile al primo libro musicale a caratteri mobili, per citarne solo alcuni. Dove poteva stare un Ponte delle Tette se non qui? In laguna arrivano Luca Pacioli, Erasmo da Rotterdam e Leonardo da Vinci.
 
Un lavoro ben scritto, per un modo affascinante di fare la storia, con un occhio giustamente rivolto al livello pedagogico, la password per porgerla alle nuove generazioni.       

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