Nuove regole e obblighi nella scuola: intervista allo psicologo Massimo Frateschi

(via twitter)
DANIELE MARTINI - Parliamo di scuola la quale è ripartita, in questi giorni, tra nuove regole e obblighi per contenere il contagio da Covid-19. Si è avuto modo di parlare tanto della sicurezza sanitaria e poco sull’organizzazione strutturale della scuola stessa. E proprio in questo periodo, gli psicologi di Puglia hanno acceso i riflettori sulla necessità di ripensare la formazione degli uomini e delle donne di domani.

A tal proposito abbiamo avuto il piacere di intervistare lo psicologo Massimo Frateschi, coordinatore della Commissione Psicologia Scolastica dell’Ordine degli Psicologi della Puglia.

D. E’ iniziato il nuovo anno scolastico. Quali sono le speranze di docenti e studenti? 

R. Questo nuovo anno scolastico è avviato con speranze dei docenti e degli studenti che sul piano psicologico potrebbero essere tradotte in una ripresa totale della vita di relazione, di socializzazione, di apprendimento gratificante. Il forte desiderio di ritornare alla normalità della vita quotidiana da parte di docenti e studenti andrà integrato con una maggiore consapevolezza derivante dalle esperienze vissute e con una maggiore fiducia nell’affrontare insieme con tutta la comunità fenomeni ed eventi favorevoli o avversi. Per tutti la speranza di migliorare la qualità della vita scolastica e sociale con il contributo delle attività culturali, artistiche, sportive, ecc.

D. Quanto è importante la figura dello psicologo all'interno di una scuola?

R. Lo psicologo promuove la salute e il benessere attraverso l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Lo psicologo scolastico programma, progetta e interviene scientificamente e tecnicamente, in collaborazione attiva e realizzativa, con il contesto e il sistema scolastico globale e nello specifico per ambiti, aree e settori, anche in considerazione del territorio, delle istituzioni e della comunità sociale e familiare. 

D. Quanto la Dad ha influito, in tutti questi mesi, nel rendimento degli alunni? E' necessario portarla avanti?

R. La Dad ha influito in modo rilevante sul rendimento degli alunni, per una parte, perché è diventata dominante nel periodo di pandemia, impegnando docenti, alunni e famiglie su un nuovo versante comunicativo, didattico e formativo e, per altra parte, perché si è evidenziata una difficoltà di accesso e di utilizzo complesso delle nuove tecnologie digitali. La Dad potrebbe essere utile come integrazione delle metodologie, dei mezzi e degli strumenti didattici attuati in presenza, auspicando un miglioramento globale della qualità formativa ed educativa della scuola.

D. Per gli alunni socializzare è davvero molto importante. Il non-socializzare durante il periodo di lockdown, quali cause ha provocato?

R. La mancanza di socializzazione, o anche solo la riduzione della socializzazione per periodi prolungati può comportare proporzionalmente un depauperamento graduale: dell’integrazione tra l’identità personale e l’identità sociale; dell’elaborazione delle esperienze relazionali, comunicative, emotive e cognitive; dell’esplorazione psicologica di confronto, di alleanza, di solidarietà, di coesione con gli altri.

D. I ragazzi durante la pandemia si sono chiusi ancora di più in se stessi. Cosa può fare nello specifico uno psicologo per evitare questo fenomeno generalizzato di maggiore chiusura sociale?

R. Lo psicologo può intervenire per sensibilizzare e motivare i ragazzi a ricercare contesti, modi, tempi, spazi nuovi di socialità. Il rischio di chiusura, inibizione e indifferenza elevati nel periodo di pandemia vanno ridotti, rielaborati e interpretati con metodi e tecniche psicologiche specifiche, pertinenti e mirate, che favoriscano l’evoluzione di equilibri dinamici psichici nella relazione tra il mondo interno, intimo e individuale, ed il mondo esterno, condivisibile e sociale.

D. Nello specifico, in periodo di pandemia, come si comporta uno psicologo all’interno di una struttura scolastica per garantire la diffusione del benessere psicologico?

R. La promozione della salute e del benessere psicologico all’interno di un sistema e di una struttura scolastica, in ottemperanza alle leggi e ai decreti in vigore, sono sviluppati con strategie metodologiche che si adattino al periodo di pandemia, ma, nel contempo, siano in grado di gestire e superare emergenze, crisi, stress, ansia, disagi, sintomi, traumi individuali, di gruppo, di comunità. Numerosi sono i metodi, le tecniche e gli strumenti dello psicologo scolastico. Alcuni esempi applicativi per favorire il benessere psicologico nella scuola possono essere: il supporto psicologico agli alunni; lo sportello d’ascolto; i progetti multimodulari per i docenti, per i genitori e per gli alunni; le dinamiche relazionali e comunicative; il clima organizzativo e di comunità; le condizioni pluridimensionali evolutive umane ambientali, ecc. 

D. Ci sono stati casi, di studenti o anche docenti "fragili", che hanno risentito maggiormente della pandemia?

R. La fragilità umana, dal punto di vista psicologico, può riguardare una molteplicità di aspetti consapevoli e inconsapevoli. Alcuni aspetti emersi nel periodo di pandemia, nel contesto scolastico, hanno riguardato, per esempio: il senso di solitudine e di isolamento, la paura di essere intrappolati dalla pandemia, la paura della malattia e della morte, lo stress, la mancanza di vicinanza e di contatto, il timore del moltiplicarsi delle emergenze emotive, ecc.


D. Quale consiglio viene dato ai Presidi per rendere la scuola migliore e in sicurezza? 

R. Un invito rivolto ai Presidi e ai Dirigenti Scolastici per il progresso in sicurezza della scuola è di considerare l’aspetto psicologico presente sempre in ogni ambiente umano. La salute, la prevenzione, la sicurezza e il benessere psicologico hanno un’importanza vitale per la crescita, la formazione, l’educazione, la socializzazione di alunni e di studenti, tra cui i soggetti con disabilità, o con disturbi evolutivi specifici, o con DSA, o con bisogni educativi speciali, ecc., ma anche per il lavoro, il clima, l’organizzazione di tutto il personale scolastico, e la condivisione, la partecipazione e l’alleanza tra la Scuola, la Famiglia, la Comunità.

D. Possono essere i ragazzi davvero protagonisti del percorso evolutivo anche durante la pandemia?

R. Tutti i soggetti in età evolutiva nella scuola, possono diventare protagonisti del proprio percorso evolutivo e produrre creativamente un processo virtuoso interagendo con i coetanei insieme per evolvere. La condizione di promozione e realizzazione di ciò è determinata da metodologie e strategie pragmatiche che gli psicologi sono in grado di applicare nella scuola in scienza e coscienza, poiché tutto ciò riguarda salute, prevenzione e benessere umano, individuale e sociale.

D. Quanto conta, per uno psicologo, l'innovazione nella società e, soprattutto, nella scuola?

R. Lo psicologo può valorizzare le risorse umane, interprofessionali e tecniche convergenti sinergicamente, allo scopo di difendere, tutelare e migliorare le condizioni di vita, di salute, di socializzazione e di apprendimento della popolazione infantile e adolescenziale. Lo psicologo scolastico può svolgere attività di consulenza, assistenza, supporto, orientamento, formazione, supervisione, ricerca e progetti. Inoltre, elabora modelli interpretativi, strategie, metodologie e strumenti di intervento in molteplici ambiti, tra cui, le relazioni intra e interistituzionali, l’organizzazione scolastica e didattica; favorisce una visione e missione programmata trasversale, partecipata attivamente sui profili di salute e benessere della comunità e la costruzione dell’identità e della personalità degli alunni e degli studenti; analizza qualitativamente e quantitativamente i processi di carattere psicologico correlati al benessere, al clima, all’erogazione dei servizi, e ad altre dinamiche dei sistemi e degli ambienti complessi umani.

D. Il valore numerico del voto è un dato da considerare in un insieme articolato di aspetti di valore qualitativo multidimensionale personale di uno studente. Ma, oltre al voto, cosa è necessario guardare ora in uno studente per migliorarsi e diventare qualcuno nella società di oggi?

R. Sì, è determinante considerare un insieme articolato di aspetti di valore qualitativo multidimensionale personale di uno studente, oltre a valori quantitativi e descrittivi. Occorre che ogni studente possa sviluppare sia conoscenze, abilità e competenze, sia autonomia, responsabilità e partecipazione attiva, motivata e creativa nel contesto scolastico, attraverso l’esperienza diretta individuale e di gruppo, al buon fine di un benessere e di un’evoluzione personale e sociale. Ciò può essere organizzato e realizzato, secondo modalità strategiche tecniche flessibili, coordinate dallo psicologo scolastico e dal personale scolastico in macrogruppo e in microgruppo, tra cui le modalità seguenti: “gestione dei conflitti nelle classi”, “gestione delle emergenze emotive”, “dinamica di gruppo”, “role playing”, “role taking”, “cooperative learning”, “mastery learning”, “peer education”, “focus group”, ecc.”.

D. E' giusto ed utile, per gli studenti, avere più occasioni per lavorare in gruppo?

R. Certamente gli studenti evolvono lavorando anche in gruppo, in quanto, apprendono e socializzano progettando con motivazione e creatività. Per favorire il lavoro in gruppo degli studenti, gli psicologi possono collaborare, coordinare gruppi multispecialistici integrando differenti e complesse competenze, ai livelli relazionali, comunicativi ed operativi.

D. Quale consiglio può dare uno psicologo a studenti che vogliono migliorarsi e socializzare sempre di più?

R. Lo psicologo scolastico può orientare gli alunni e gli studenti verso la consapevolezza del valore della vita, della salute, della prevenzione e del benessere. Può orientare a prendersi cura: della propria esistenza, nel rispetto individuale, familiare e sociale; del proprio organismo psicobiosociale, con attenzione alla qualità della vita, alle abitudini e ai comportamenti sani; della propria motivazione, fiducia e stima per la crescita culturale, formativa ed educativa per il benessere della personalità; della propria disposizione sociale, collaborativa e solidale, per partecipare attivamente al miglioramento della scuola e della società.

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