SAN DOMINO (FG) - TF1, il primo canale televisivo francese, ha trasmesso un reportage sulle Isole Tremiti e, in particolare,
un servizio sulle attività del Laboratorio del MA.RE., del Marlin Tremiti. Attività che riguardano anche la
ricerca scientifica in corso sulle “foreste” di corallo nero, presenti nell’AMP Isole Tremiti e individuate
nel 2012 dal Laboratorio del Mare. Un vero e proprio tesoro nascosto in quest’angolo di mare nelle
vicinanze dell’Isola di Caprara in cui sono presenti queste fragili creature di profondità che possono
vivere oltre duemila anni. Le foreste infatti rappresentano un patrimonio naturalistico unico nel
Mediterraneo che, arricchendo il valore biologico delle Isole Tremiti, apre nuovi scenari di ricerca
scientifica e conservazione dell’area protetta.

La ricerca scientifica, in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche - è di grande
importanza e ha suscitato nella redazione della TF1 un grande interesse. Ecco cosa hanno detto i
cugini francesi... «In mezzo all'Adriatico, una manciata di sassolini, lanciati dalla mitica Diomede,
avrebbe partorito queste leggendarie isole, dalle coste turchesi. Il loro bene principale: il fondale
marino rigoglioso. È il paradiso degli amanti delle immersioni. Le Isole Tremiti conquistano anche
ricercatori come Adelmo Sorci, responsabile del laboratorio marino "Marlintremiti", mentre ospitano una
foresta di corallo nero, la più grande del Mediterraneo. Una curiosità che la sua squadra cerca di
capire. Sott'acqua, il corallo scheletro nero diffonde cammelli bianchi, rifugio per numerose specie.
Barakuda, morels, gorgoni dai colori sgargianti... Un fragile arbusto sotto i riflettori potrebbe fornire
spiegazioni preziose per la ricca biodiversità dell'arcipelago. Un'Università italiana (la Politecnica delle
Marche ndr) ha appena lanciato un importante programma di ricerca. Ancora poco si sa di questo
sorprendente corallo. Martina Coppari, ricercatrice in biologia marina presso il Politecnico delle Marche,
cerca di capire come la specie si riproduce ed evolve».
Foto: Laboratorio del Ma.Re.
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