N. T. - Lo studio del poeta Umberto Fraccacreta (San Severo 1892-1947), risale agli anni
universitari. Mi attraeva la sua casa sita nel centro storico della città, davanti alla quale
ogni volta che passavo mi soffermavo a leggere la lapide muraria. La Sua poesia fu
argomento della mia tesi di laurea e in quegli anni frequentai quella casa austera e
silenziosa e il fratello del Poeta mi fece leggere e studiare la corrispondenza intercorsa
con Ezio Levi. Il Poeta frequentò il liceo classico Bonghi di Lucera e fu allievo di Ezio Levi,
che negli anni successivi fu docente universitario, scrittore, ispanista, critico letterario e fu
costretto a lasciare l'Italia con l'emanazione delle leggi razziali nel ’39, essendo di famiglia
ebraica.
Dagli anni ‘70 ad oggi ho dedicato al Poeta tre volumi e, come presidente del Centro
culturale internazionale L. Einaudi, ho promosso e organizzato le celebrazioni del 50° della
morte con convegni, mostre e istituendo il Premio letterario nazionale che ne porta il
nome, giunto alla 25^ edizione.
Nel 2022 ricorre il 75° della morte, per cui ho voluto dare il mio contributo pubblicando
“UMBERTO FRACCACRETA & NOI” per l’editore Milella di Lecce: questo lavoro, che
racchiude i primi due, si arricchisce di altri apparati critici e amplia, a parer mio, la lettura
dei versi inserendola nel paradigma della Collana “La Fenice”: Le sfide della
contemporaneità, dialoghi tra i saperi per un ecoumanesimo, che mi onoro di aver fondato
e che dirigo sempre per la prestigiosa casa editrice Milella.
Essa nasce dalla consapevolezza della caduta di miti, modelli e valori e dalla presa di
coscienza che la boria e l’insaziabile sete di potere hanno portato l’uomo a distruggere un
sistema di vivibilità e di progresso. L’etica della sostenibilità e l’umanesimo ecologico sono
i motivi ispiratori della poesia del Nostro.
Con il Poeta ho instaurato un dialogo discreto e intrigante, ho voluto conoscere l’uomo
attraverso le sue poesie che, come il pennello del pittore, leggono e interpretano il mondo
con registri diversi. Una lettura attenta dei versi decodifica messaggi espliciti, sottesi,
appena abbozzati che raccontano anche la storia di un popolo nel primo Novecento,
scandita dai riti, dalla religiosità, dal lavoro duro dei campi, dagli affetti famigliari.
Il primo valore che merita la nostra attenzione e sul quale mi soffermo in queste poche
righe è l'amicizia. Bene assoluto che lega la vita del Maestro Levi e a quella del
discepolo Fraccacreta; è sull’amicizia che si snoda ed è di essa che si nutre la vita poetica
del Nostro, che la famiglia voleva avvocato e non dedito agli studi letterari. Ma Ezio Levi,
sin dagli anni del liceo aveva colto la vena poetica in un animo sensibile e schivo e l’ha
accompagnata fino a quando il Poeta spiccò il volo, maturando e distaccandosi dagli
influssi letterari: Pascoli e d’Annunzio erano evidenti nei suoi primi componimenti.
Il mio lavoro si è alimentato di una corrispondenza monca: delle lettere di Ezio Levi che
hanno lo stesso incipit: C.A. in cui, come sempre, egli scriveva dei versi del nostro e sono
di una bellezza, di una profondità, di una partecipazione emotiva, che mi hanno consentito
di cogliere la crescita e l’evolversi della maturità poetica del Fraccacreta, poeta
europeista, amante della natura, della vita, dell’amore che è riuscito ad avere lusinghieri
giudizi dai maggiori critici letterari del tempo sia italiani sia stranieri: da B. Croce al
Mazzoni a Cansinos Assens. Questa amicizia, che è durata una vita, è stata un dono e un
miracolo che li ha uniti aldilà di ogni distanza e aldilà di ogni tragico destino frutto di scelte
scellerate dei governanti del tempo.
Tanti sono i lavori pubblicati dal Fraccacreta, tra tutti voglio citare il Poemetto Il Panela cui
sacralità e attualità è oggi impressionante e lo accosto alle parole pronunciate da Papa
Francesco a Matera ( 25 sett. 2022) ‘Torniamo al gusto del pane’.
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