Ss275: "Non un no ma un pensiero positivo"

ALFREDO DE GIUSEPPE - Dispiace molto che la stampa tutta, a iniziare da “il Nuovo Quotidiano di Puglia” e “il Gallo”, abbia usato di nuovo dei tragici incidenti stradali per reclamare a gran voce “l’inizio dei lavori della nuova 275”.

Dispiace davvero per quest’opera di sciacallaggio, perché di questo si tratta: utilizzare delle vittime della strada per sopire vecchie e nuove responsabilità, per adagiarsi su una facile e inutile verità, mentre tutta la vicenda è molto più seria e più contorta.
E per questo va finalmente approfondita e chiarita, al di là delle strumentalizzazioni di parte.

L’URGENZA DELLA STRADA E CHI OSTACOLA

Il progetto della nuova strada 275 prevede un sostanziale ampliamento di quella esistente da Maglie a Montesano e poi un breve, nuovo tratto da Montesano fino alla zona industriale di Tricase. A questa ipotesi, definita Primo Lotto, non si è opposto mai nessuno. Perché allora non si realizza? Per il semplice motivo che tutte le Amministrazioni a Sud di Tricase non vogliono assolutamente che si inizi il Primo Lotto se non viene definito anche il Secondo.
Questo secondo lotto, però, prevede un percorso totalmente nuovo, un consumo di suolo eccessivo in un’area già devastata e ampiamente antropizzata e probabilmente non risolve quasi nessuno dei problemi di viabilità per i quali si suppone debba nascere.
Tutto questo i progettisti di Anas lo sanno molto bene e l’hanno ripetuto più volte, anche in funzione del traffico esistente dopo Tricase. Infatti manca l’esatta informazione di ciò che potrebbe essere il nuovo percorso e qui sarebbe utile studiare con attenzione dove saranno previsti gli innumerevoli svincoli e servizi vari per capire l’inutilità dell’opera.
Gli ostacoli dunque alla realizzazione del Primo Lotto li pongono quelli che oggi più di tutti strombazzano “la strada della vita invece della strada della morte”, che come detto è un modo superficiale, populista e indecoroso di affrontare la questione 275.

GLI INCIDENTI STRADALI

Gli incidenti stradali sono omogenei su tutta la rete viaria italiana, e non conoscono differenza tra la 4 e la 2 corsie. Infatti sul tratto Alessano –Lecce risultano molti più sinistri dopo Maglie che è a 4 corsie rispetto al tratto fino a Scorrano che è a 2.
Quest’anno sono successi incidenti mortali in ogni dove, l’elenco sarebbe lungo, ma gli unici che fanno notizia, come diretta conseguenza della mancata realizzazione di una 4 corsie, sono quelli che avvengono sulla 275.
In realtà, dalla statistica elaborata dall’Automobile Club d’Italia sulla base di dati forniti dall’Istat, in Provincia di Lecce nel solo 2021, si sono verificati 1.722 incidenti stradali a causa dei quali in 50 persone hanno perso la vita e in 2.556 hanno subito ferite di varia entità.
Dei 50 decessi, solo uno si è verificato sulla 275 da Scorrano ad Alessano. Se si analizzassero con attenzione i dati forse si parlerebbe meno a vanvera e si cercherebbero soluzioni concrete e serie.
Senza nulla togliere alla pietas umana che ci accompagna verso ogni vita umana persa in modo tragico, si deve comunque ravvisare dalle statistiche il 90% degli incidenti avviene per disattenzione e velocità. Purtroppo i milioni di chilometri di strade esistenti sul nostro pianeta sono quasi tutti insicuri perché la sicurezza è un fattore umano, quasi mai strutturale.

LA MESSA IN SICUREZZA

Premettendo ancora una volta che da Scorrano a Tricase i lavori non sono iniziati per decine di problematiche burocratiche e politiche, tra cui le indecisioni dei vari Sindaci, non per quella degli ambientalisti (che fino a Montesano non si sono mai opposti), sarebbe opportuno attuare, almeno fino alla completa realizzazione della nuova strada, delle opere di messa in sicurezza che si sono rese necessarie nel corso di questi anni, soprattutto a causa delle amministrazioni comunali che hanno autorizzato di tutto, spesso contro ogni regolamento edilizio e contro ogni logica di buon senso.
Nella zona di Surano, a esempio, si sono aperti nel corso degli ultimi vent’anni degli importanti esercizi commerciali senza nessuna strada complanare, senza regolamentazione del traffico, con decine di aperture a raso sulla statale.
Di chi è la colpa? Alcune sono state già accertate e ci sono state delle condanne, tanto per non dimenticare. Servirebbe innanzitutto una rotatoria al posto dell’attuale semaforo di Surano (si sono fatte centinaia di rotatorie inutili tranne questa), poi un totale divieto di svolta a sinistra per entrare nelle varie attività commerciali e quindi una rotatoria all’ingresso di Nociglia che a sua volta ha tre ingressi e tre uscite sulla Statale e almeno uno andrebbe completamente eliminato; quest’ultima rotatoria darebbe anche la possibilità dell’inversione di marcia e quindi dell’ingresso più sicuro negli esercizi commerciali (che in alcuni casi non hanno neanche parcheggi sufficienti).

LA GARA E LA LIEVITAZIONE DEI COSTI

Da varie intercettazioni, nell’ambito degli arresti nel 2016 in casa Anas, è emerso come questa strada stesse per diventare “la vergona delle vergogne” in funzione a mazzette, aumenti di costi progettuali, oltre che alla definitiva tombatura di numerose discariche abusive. Soprattutto vi era l’interesse di continuare fino a Leuca per una questione di soldi, di mance elettorali e sodalizi tra imprese, perché l’osso da spolpare era proprio sull’ultimo tratto progettato. Il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani, appena insediato, nel 2017, disse che la strada dopo Montesano era inutile, bastava cantierizzare l’ampliamento dell’esistente fino a Montesano-Tricase.
Con lui era d’accordo anche il Presidente della Regione Puglia Emiliano. La verità nascosta è che, come tutti i cantieri di una certa importanza, sono nati in modo maldestro, con progetti approssimativi, affidati senza alcuna gara, pagati tantissimo, con una completa disconnessione dalla realtà e quindi difficili poi da rimettere nella giusta, legale e corretta carreggiata.

LE QUESTIONI AMBIENTALI

Fermare la strada al Primo Lotto significa mitigare davvero l’impatto ambientale, mentre costruire una nuova strada sulla seconda parte del tracciato significa dare un colpo mortale a quel poco che rimane del Salento autentico, rurale, agricolo e archeologico.
Quella dopo Tricase è una lingua stretta di un territorio ricchissimo di biodiversità e di storia, buttare ancora asfalto, è un atteggiamento criminale, antistorico e contrario a tutte le considerazioni attuali sulla tenuta del territorio. È necessario ricordare, ancora una volta, che il Salento ha il maggior numero di strade in Italia in rapporto agli abitanti e alla dimensione dell’intera Provincia, non ha lasciato neanche una strada bianca come invece avviene in Toscana o in Sardegna, ha delle terribili inondazioni pur non avendo un solo corso d’acqua, fiume o lago che dir si voglia.
Un progetto assolutamente controtendenza che toglierebbe tra l’altro quella unicità rappresentata dal Basso Salento, un qualcosa da preservare e conservare nell’interesse generale, senza distruggerlo in nome di un progresso che non ha vergogna di se stesso e di come ha ridotto l’intero pianeta.
Allargare una strada ha un certo impatto, farne una nuova distruggendo flora, fauna e arte è un’altra storia, specie quando vi è certezza del danno e incertezza sulla sua utilità.
In ogni caso, non si trova lo spazio fisico per costruire una nuova strada da Tricase a Santa Maria di Leuca che sia dritta, che non incontri ostacoli, che sia al contempo vicino a tutti i paesini e le frazioni che vorrebbero la propria uscita autostradale: il Salento lì è proprio stretto e finisce in mare!



Non c’è un solo turista che voglia la nuova 275, anzi, spesso ripetono che nel Salento ci sono troppe strade inutili e insicure.
Il turismo non si fonda su un’autostrada che arriva a 200 metri da ogni paesino, ma su una rete di trasporti realmente efficiente che possa raggiungere gli innumerevoli borghi di interesse senza dover penare per un trenino o un piccolo bus.
I turisti non capiscono, a esempio, come mai i treni della Sud-Est non funzionino a pieno ritmo (domenica chiuso per riposo), come le stazioni sembrino desertificate, come mai i porti non hanno servizi di trasporto verso l’entroterra, come mai non vi sono piste ciclabili degne di questo nome, come mai non si valorizzino al massimo livello i percorsi trekking.
Questo chiede il turismo di qualità, non l’autostrada fin dentro la sabbia di Torre Vado o fin sopra il Santuario-Basilica della Madonna di Leuca, con i caselli autostradali col Telepass per San Dana e Montesardo.
Il turismo necessita di altre cose, più vere, più caratteristiche dei luoghi. Se qualcuno andasse in Irlanda gli farebbero vedere i muretti a secco come esempio di cultura millenaria (noi invece li abbiamo abbattuti quasi tutti).
In alcune città del Nord Europa l’auto è bandita per legge, in altre nazioni smantellano l’asfalto e riportano il terreno allo stato naturale. Noi abbiamo i treni fermi, giriamo in auto come su una giostra tutto il giorno e non sappiamo immaginare il futuro, ma solo auto distruggerci.

GLI INTELLETTUALI E I POLITICI DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE

Emerge, in definitiva, una questione culturale, dove si nota la completa assenza di pensiero compiuto da parte di intellettuali, giornalisti e politici.
Queste tre bellissime categorie dovrebbero essere il vero freno al pensiero dominante, alle disquisizioni di pancia e di puro interesse economico, evidenziando, invece, in questo momento quali sono le difficoltà dell’umanità a trovare la strada corretta di una salvezza condivisa.
Sabino Cassese, nel suo importante libricino “Intellettuali” (il Mulino - 2021) scrive: “Uno scrittore ha spiegato perché non leggesse i giornali: perché illustrano le “cose”, senza far intendere il “senso delle cose”. I giornali registrano quello che accade ogni giorno, non quello che è accaduto per molti altri giorni e continua ad accadere, e che per questo non è una novità, ma non è meno importante di quello che è accaduto il giorno prima.
Ecco un altro compito dell’Intellettuale, fornire una prospettiva, spiegare quel che sta sullo sfondo, permettere di capire in quale direzione ci si muove, illustrare i significati, tradurre il linguaggio di una tradizione culturale nel linguaggio di altre tradizioni, o fare affermazioni autorevoli che arbitrano controversie di opinioni.
C’è dunque, come diceva Immanuel Kant “l’uso pubblico della ragione” che dovrebbe innalzare tutti gli uomini e i partiti a una più alta sfera intellettuale”.
Noi invece in questa Provincia abbiamo un coro uniforme, dove non c’è indagine e ricerca ma solo ripetizione, dove non si tiene conto del contesto planetario nel quale ci si muove.
Personaggi pubblici e influenti, anche in buona fede, si adattano al potente di turno, si genuflettono all’interesse dei pochi.
La vicenda della 275 avrebbe meritato da parte dei tanti reporter, intellettuali e politici salentini ben altro approccio con una visione del futuro più sostenibile, con un innamoramento più palese del proprio territorio, con uno studio più approfondito di come rendere davvero unico (e quindi turisticamente apprezzabile) questo lembo di terra, meta nei secoli di decine di popoli e forse dei primi ominidi apparsi su questo pianeta.
Ma tant’è, siamo rassegnati al pressapochismo e al copia e incolla.

CONCLUSIONI

La strada, da Maglie a Tricase, il cosiddetto Primo Lotto, può iniziare quando si vuole, purché la politica liberi l’Anas dall’obbligo di continuarla fino a Leuca. Il famigerato Secondo Lotto altro non deve essere che una sistemazione complessiva della rete viaria esistente (dove si muore con più frequenza), senza creare una nuova strada che non ha materialmente lo spazio per essere realizzata, perché fra l’altro l’ambiente, il nostro particolare e già abusato microcosmo, lo rigetta ovunque venga posizionata.
Bellezza vo’ cercando e lottando troverò.

Daniele Martini

Sono un giornalista pubblicista, docente di comunicazione e sostegno. Sono un operatore della comunicazione.

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