FRANCESCO GRECO - Che fine hanno fatto Lidia Blandolino da
Tricase (Lecce) e Tom Vasseur (Olanda) nel
loro viaggio intorno al mondo, cominciato
nell’estate 2022 e che dovrebbe concludersi
nell’autunno prossimo?
Usiamo il condizionale perché con i viaggi
lungamente sognati non si può mai dire, nel
senso che gli itinerari sono spesso decisi last
minute e dettati dalle emozioni e l’energia
con cui ci si contamina nei luoghi dove si va,
con le persone e le culture con cui ci si
ritrova a contatto.
DOMANDA: L’India è un continente
infinito, una galassia, come dice
Manlio Casagrande della Russia…
RISPOSTA: “Per riprendere le ultime
settimane appunto in India, ci eravamo
lasciati a Udaipur, dopo la quale abbiamo
visitato Jodhpur, Jaisalmer, Varanasi,
Calcutta e Darjeeling, sulle Himalaya, dove
ci siamo rinfrescati un po'...”.
D. Che suggestioni vi ha dato il
deserto indiano?
R. “Come dicevamo, siamo stati a
Jaisalmer, una piccola città appunto nel
deserto nel nord est dell'India,
caratterizzata da una fortezza che, a
differenza di tutte le altre che abbiamo
visitato, è ancora abitata: ci vivono dentro
circa 5000 persone”.
D. Una dimensione fuori dal tempo,
straniante, alla vaghe stelle
dell’Orsa…
R. “Camminare tra le sue stradine è come
andare indietro nel tempo, un posto
veramente unico. Da lì siamo anche partiti
per fare un piccolo safari nel deserto,
abbiamo montato del cammelli per qualche
ora (non comodissimo, abbiamo avuto male
alle gambe per un paio di giorni dopo essere
tornati!), pranzato e cenato nel deserto,
grazie alle nostre guide che hanno acceso un
fuoco e cucinato un tipico pasto indiano e
ovviamente, il masala chai (tè indiano con
latte, spezie e zucchero, molto buono), e
dormito sulle dune sotto un cielo carico di
stelle.
È stato bello essere lontani dai rumori e
dalle luci della città per un giorno”.
D. Incontri ravvicinati del primo
tipo?
R. “Abbiamo incontrato delle famiglie
nomadi che vivono nel deserto e si spostano
solitamente con piccole greggi di pecore o
capre: una vita così diversa dalla nostra che
è molto difficile da immaginare”.
D. Poi Varanasi, città sacra per
l’induismo…
R. “Sicuramente un altro luogo degno di
essere raccontato, in quanto molto
caratteristico e diverso da qualsiasi città
vista fino a ora.
È una città molto antica, sulle rive del
Gange, fiume sacro, che la leggenda narra
sia stata fondata da Shiva, ed è per questo
una delle città sacre più importanti
dell'induismo.
È quindi una meta di pellegrinaggio
religioso e anche residenza di moltissimi
monaci induisti e nella quale si trovano
tanti ashram (una sorta di monasteri
induisti che spesso accolgono per settimane
o mesi seguaci o anche turisti che vogliono
fare un percorso spirituale)”.
D. Varanasi luogo di morte?
R. “E’ un luogo in cui molti induisti vanno a
morire, o sono portati dalle proprie famiglie
una volta deceduti per poi essere cremati
sulla riva del Gange e avere le proprie ceneri
gettate nel fiume.
Il fatto che le ceneri siano gettate nel fiume
sacro, secondo la credenza induista,
permette di spezzare il ciclo della
reincarnazione e il defunto può andare
direttamente in "Paradiso".
D. E quindi il fuoco arde sempre, a
Varanasi…
R. “Quello che fa più effetto è sicuramente
vedere questi falò che bruciano, in alcuni
ghat (è questo il nome delle varie discese al
fiume) quasi ininterrottamente dalla
mattina alla sera...”.
0 Commenti