Gli animali nella Bibbia

VITTORIO POLITO – L’animale è ogni organismo vivente dotato di moto e di sensi. Sono presenti in natura animali domestici, selvatici, da macello, ecc. Se riferito all’uomo siamo di fronte a persona che mostra di avere istinti animaleschi, non degni di un essere umano. Ma questa è un’altra storia.

La Bibbia, com’è noto, è il complesso dei libri composti da vari autori in tempi diversi, e richiamano, tra l’altro, un gran numero di animali. Solitamente il riferimento è al bue e l’asinello, ma in realtà sono più numerosi e così troviamo la colomba, il cervo, il cavallo, la capra, il cane, il cammello, l’agnello, il gallo, il leone, il lupo, l’orso, il passero e tanti altri. Ovviamente non si vuole fare un rassegna di tutti gli animali citati nella Bibbia ma citare alcune caratteristiche e il significato di alcuni di essi nell’ampio panorama delle scritture sacre.

L’agnello, mite e innocente, rappresenta il piccolo del gregge, bisognoso di ogni cura, riveste anche il ruolo sacrificale, oltre alla sua importanza centrale nella celebrazione della Pasqua.

La colomba bella e pura, è un volatile utile per l’offerta sacrificale. Alla colomba si collegano tre significati simbolici: l’amore, la pace e lo Spirito Santo. L’esempio della colomba è indicato da Cristo quando consiglia di essere prudenti come serpenti e innocenti come colombe. Il passero fragile e indifeso, la cui carne era un cibo prezioso per i poveri, poiché poco costoso. Il volo del passero diventa anche allegoria del viaggio del pellegrino e del gioco dei fanciulli. Il cane, fedele amico dell’uomo, era utilizzato, come oggi, a guardia di greggi e per la caccia, spesso gruppi di randagi, per la fame, diventavano pericolosi e il loro morso poteva procurare la rabbia. Per tale ragione troviamo espressioni di disdegno per l’animale ed anche proverbi che connotano disprezzo verso il simbolismo canino. Infatti il Cristianesimo lo vedeva come essere immondo, personificazione del demonio e della lascivia. Il cammello, adatto e utile nel deserto, animale di grande resistenza, può restare senza mangiare e bere per diversi giorni. A questa simbologia si raffigurano i re Magi.

Il cervo, bello e agile, insieme allo stambecco, al daino, all’antilope e al camoscio, è annoverato tra gli animali puri e la sua carne è ritenuta prelibata. Dotato di grande sensibilità ed eleganza, in caso di pericolo, si rifugia in luoghi solitari e tranquilli. Il cervo ha sempre attirato l’attenzione degli uomini: si trova raffigurato su pareti di caverne preistoriche ed è protagonista di miti greci e latini.

Il gallo, intelligente e aggressivo, è dotato di cresta, bargigli e coda piumata. Tra le caratteristiche vi è il canto che annuncia il giorno ed è menzionato durante l’ultima Cena nella predizione del rinnegamento di Simon Pietro. L’immagine del cavallo, animale nobile e forte, la cui figura è collegata alla potenza militare dell’Egitto, oltre al significato reale, è associato al simbolismo apocalittico del carro di fuoco che rapisce il profeta Elia.

La capra, fonte di cibo, la sua importanza è attribuita al latte e alla carne. A differenza delle capre, i capri (maschile) sono ritenuti animali che amano la lotta e la loro immagine è collegata ai governanti, come simbolo di potere e arroganza. La capra ha una familiarità antichissima con l’uomo, al quale ha fornito il prezioso alimento che è il latte. Pare che l’umore mutevole della capra ha dato origine al sostantivo ‘capriccio’.

Il lupo, considerato il principe nero del bosco, è menzionato nella Bibbia in riferimento alle pecore. Infatti la sua attenzione è rivolta soprattutto ad agnelli e capre, che attaccano e sbranano con ferocia. È un predatore abile e implacabile. Il lupo, a differenza della volpe, non gode di alcuna simpatia. Il leone, re degli animali, dal portamento maestoso, è l’animale più selvaggio citato nella Bibbia. Solo pochi riuscirono nell’impresa di vincere i leoni. Oltre alla descrizione realistica si aggiunge la valenza simbolica del “ruggito del leone” simbolo di guerra e di violenza.

L’orso, che stanziava nei territori collinari e boscosi della Palestina, apparentemente mansueto, quanto è affamato diventa feroce. Nella ricerca di cibo simboleggia l’avidità degli uomini e raffigura, con il leone e il leopardo, il potere vorace della bestia apocalittica. Alla simbologia negativa si contrappone l’immagine positiva dell’orsa con i suoi piccoli, segno della ‘pace’ messianica.

Infine, l’asino e il bue, legati soprattutto alla simbologia del presepe, sono animali umili e lavoratori. L’asino, bestia intelligente, si è fatto cattivo nome per eccessiva bontà. L’asino accompagna sempre Gesù, Giuseppe e Maria nella fuga in Egitto e porta anche Cristo a Gerusalemme. La carne dell’asino non poteva essere mangiata perché ritenuta impura, mentre quella del bue era commestibile. Al bue, utilizzato nella trebbiatura, la legge proibiva di mettere la ‘museruola’ poiché il suo lavoro era considerato il più faticoso. Un senso di rispetto verso gli animali ‘lavoratori’.

Per san Francesco è centrale l’uomo e solo dopo ci sono gli animali e l’ambiente, il creato, quindi, va ricordato che gli animali domestici non dovrebbero essere considerati come surrogati dei figli, ma piuttosto come compagni di vita che portano gioia nelle famiglie.

Alcune notizie e le immagini sono state riprese dal periodico religioso “La Domenica” (Edizioni San Paolo).

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