Quella “Roulette Russa” il 9 maggio sulla Piazza Rossa
FRANCESCO GRECO - L’incipit incuriosisce: “…C’era in onda la sfilata del Reggimento Immortale. La guidava il Presidente Putin che reggeva sul petto il ritratto del padre.
Anja non restò a guardarlo. Si fiondò nella cameretta e trovò la scatola delle foto di famiglia aperta sul letto.
Molte delle foto erano sparse. La madre aveva cercato quella giusta. Perché? Per che farne?
Non se lo domandò a lungo. Era il 9 maggio, il giorno della commemorazione delle vittime della Grande Guerra Patriottica.
Gli eroi di guerra erano onorati dai figli e nipoti che ne portavano la foto in corteo. Divenivano immortali. Possibile che sua madre lo avesse fatto?”.
Finalmente si parla di pace: a dispetto di chi, per tre lunghi anni, ha combattuto la guerra con le vite altrui, ritenendo quasi blasfema tale parola, bandita dal lessico quotidiano di politici e giornalisti a fare pendant uniti in un mainstream allucinante. Che purtroppo si dilata nella smania folle di armare l’UE con 800 miliardi tolti a welfare, sanità, scuola, servizi, per altro a debito. Come se non si volesse tornare indietro dal tunnel che ha come orizzonte l’Apocalisse dell’umanità.
Nel frattempo, la letteratura raccoglie, nelle sue pagine in itinere, gli echi, le illuminazioni, le urla, le visioni, le speranze di questo nostro tempo assurdo e riempie tomi colmi di passione civile, di senso della Storia, lontane anni-luce da devastanti relativismi, peggio dalle rimozioni, pericoli sempre in agguato perché “chi dimentica il passato è condannato a riviverlo”.
La scrittrice pugliese Tina Aventaggiato frequenta da anni con successo il romanzo a base storica. I suoi personaggi si muovono su sfondi reali dove sviluppano le loro parabole esistenziali sospese fra pubblico e privato.
A primavera esce il suo sesto lavoro. Ha già pubblicato: Abigail è tornata, Loffredo Editore, Napoli 2011; Vento freddo sull’Arneo, Loffredo Editore, Napoli 2013 e ristampato nel 2015 dalla Loffredo Iniziative Editoriali; L’occhio guarda a Sion, Dal Salento dei campi profughi per ebrei nel 1946, Belforte Editore, Livorno 2016; Per decreto di Allah, Dalla Somalia del colonialismo italiano al terrorismo islamista di Al-Shabaab, Europa Edizioni, Roma 2019; Dove la vita scorre libera, Libromania, De Agostini libri Editore, Milano 2022. E’ inoltre fra i vincitori del Concorso letterario “Fai viaggiare la tua storia 2022”.
Il nuovo romanzo si intitola “Roulette russa”, Editore LaGru di Padova, pagine 230, euro 15,00. Lo abbiano letto in bozze e in questa intervista la scrittrice ci guida nelle interfacce della sua opera in progress.
Nel primo capitolo la scrittrice prosegue: “…Maria Ivanovna sorrideva avanzando sulla via verso la Piazza Rossa. La vista di così tanta gente la smarrì dapprima, ma fu un attimo. Era nel posto giusto. Raggiunse il centro del vasto viale e la sfilata le veniva incontro. Si concentrò per individuare, tra le personalità in prima fila, il Presidente.
Sognava l’incontro con Putin e le parole della sua storia gli scivolavano chiare nella mente. Una lucida follia la rendeva felice e pronta all’incontro.
La parata del Reggimento degli Immortali era anche la sua.”
Chi è Maria Ivanovna? Cosa raffigura la foto nello specifico?
“Maria Ivanovna è una vecchia malata di Alzheimer che cerca di raggiungere il Presidente nella Sfilata del 9 maggio. A causa della malattia, la donna comprende il russo appreso da adulta, ma risponde solo in una lingua strana che nessuno capisce: è il barese, la lingua della sua infanzia e per questo sarà fermata dal servizio d’ordine.
Alla sfilata del Reggimento Immortale reca la foto dei propri eroi di famiglia: undici italiani che, nel momento dell’invasione dell’Unione Sovietica nel 1942, da Kerch, dove vivevano, sono stati deportati nel Kazakstan. Sono italiani di Crimea.”
Ma chi sono gli italiani di Crimea?
“Alla fine dell’Ottocento, la politica dello zar Nicola II ha facilitato l’arrivo in Crimea di italiani che portassero l’arte della costruzione delle navi e, in agricoltura, la coltivazione dell’uva e dell’ulivo.
Nel 1942, il momento dell’invasione dell’Unione Sovietica (Operazione Barbarossa), gli italiani furono deportati in Kazakstan perché considerati nemici. Oggi i discendenti di quei deportati sono riuniti nell’Associazione degli Italiani di Crimea che ha chiesto ripetutamente, all’Unione Sovietica, alla Russia, all’Ucraina e, infine, alla Repubblica autonoma di Crimea, il riconoscimento della deportazione.
All’Italia chiede la restituzione della cittadinanza italiana agli italiani di Crimea e loro discendenti maschili e femminili che la richiedano. Richieste sempre inevase.”
Personaggi protagonisti del romanzo: Aleksei, Nikolai e Larissa… Chi sono?
“Sono giovani coinvolti nella vicenda. Ragazzi della borghesia bene moscovita che si trovano catapultati in un mondo in cui tutto è improvvisamente cambiato.
Tutti in pericolo, i giovani scoprono una realtà che manifesta modelli di comportamento a loro estranei. Devono rispondere con comportamenti nuovi.”
Cosa cerca Aleksey?
“Aleksei deve cercare di capire perché suo padre muore di una malattia misteriosa. È uno dei protagonisti del racconto.
È in carriera nell’entourage di Putin, è commissario nei gruppi giovanili e punta alla Duma. Quel giorno, però, cambia tutto nella sua vita: il padre è morente per avvelenamento da sostanze misteriose. È la sorte che è toccata a molti oppositori politici in Russia: c’è qualcuno che vuole la morte di Andrei Zhukov. Lascio ai lettori scoprire chi e perché.”
E Larissa?
“È la fidanzata di Aleksei e la nipote di Maria Ivanovna. Rimane scioccata alla vista della nonna nella Sfilata con la foto di famiglia al petto.
Anche lei è lanciata a fare carriera nei gruppi giovanili e pensa che essere discendenti di ex deportati deve rimanere un segreto di famiglia. Dice che nessuno più ricorda i fatti del passato ed ex deportati, nella credenza comune, può essere sinonimo di ex criminali.
Larissa è anche una leader capace, con grande seguito nei gruppi giovanili, e involontariamente attua una serie di comportamenti che mettono in crisi la filiera di comando dei servizi di sicurezza russi. Come è stato possibile si comprende alla fine del libro, nella resa dei conti.”.
E Nikolai?
“Nikolai è il figlio adottivo del potente colonnello dell’FSB (ex KGB) Sergei Pavlov e il più grande amico di Aleksei.
Anche per Nikolai il giorno della Sfilata è il momento di svolta. Deve chiedersi perché il padre lo sta manipolando. Lo manda a casa dell’amico Aleksei a caccia di documenti pericolosi. Pericolosi per chi? Ciò che Nikolai sa del padre è che è l’eroe nazionale che ha scavato tra le macerie di Grozny, nella Seconda guerra cecena, per salvargli la vita e lo ha condotto a Mosca e adottato. Ora scopre che qualcosa di diverso è successo e per lui nasce un problema di identità. Chi è suo padre?”.
Dagli scenari attuali un passo indietro, guerra di Cecenia…
“E’ proprio Nikolai uno dei protagonisti che meglio ingloba nella sua persona le implicazioni di questa struggente pagina della Seconda guerra cecena.
Nella sua storia si uniscono i vari temi del romanzo. Viene salvato da sotto le macerie di Grozny da quello che è il suo padre adottivo, ma nulla si rivelerà come sembra; la madre, creduta morta, sarà la testimone principale dei crimini di guerra avvenuti al momento del suo salvataggio; e la documentazione di quei fatti, redatta e raccolta da una giornalista poi scomparsa, sarà determinante per le accuse da parte della Corte Penale Internazione.”
In definitiva?
“È la storia di come l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 cambia la vita di un gruppo di persone, soprattutto giovani russi.
Il racconto ha inizio il 9 maggio 2022 a Mosca e termina a Kiev il 12 maggio. La resa dei conti è a Kiev dove commissari della Corte Penale Internazionale sono stati inviati per raccogliere testimonianze di crimini di guerra e contro l’umanità.”
Quindi un romanzo sospeso fra passato e presente…
“Come tutte le nostre vite. Seguiamo un percorso che parte dal passato per giungere a oggi.”