Rodi Garganico: presentazione del libro ''Acque del Gargano - Memoria e paesaggi''
RODI GARGANICO(FG) - “Esiste un filo d’acqua che lega la memoria dei luoghi alla vita delle persone, un flusso silenzioso che scava la storia, trasportando racconti, gesti e tradizioni. L’acqua non è solo una risorsa naturale, ma un elemento che modella il paesaggio, condiziona le scelte di intere comunità e segna il destino delle persone, soprattutto di chi è ai margini.
“Leggendo Acque del Gargano. Memoria e paesaggi, emerge con forza questa relazione profonda tra il territorio e chi lo abita, tra le onde del mare e le vite di chi ha attinto alle sue sorgenti per costruire quotidianità e futuro.
“E a proposito di margini che abitano i territori, non si può non pensare all’acqua come elemento che ha sempre avuto un legame profondo con il genere femminile. Custodita, evocata, invocata, essa scorre nelle narrazioni antiche e nei gesti quotidiani, intrecciandosi con la vita e la sopravvivenza delle comunità. È la linfa della terra e del corpo, simbolo di generazione, di movimento e di resistenza.
“L’ecofemminismo ci insegna a leggere queste connessioni non come semplici metafore, ma come radici di un sapere ancestrale che il patriarcato e il sistema tecno-industriale hanno tentato di relegare ai margini.
Leggere questo testo con uno sguardo ecofemminista significa restituire voce a un sapere negato, riconoscere il valore politico ed ecologico delle pratiche di cura dell’acqua e comprendere come, nella lotta per la giustizia ambientale, non si possa prescindere dal ripensare il rapporto tra il corpo, la terra e l’elemento liquido che li lega indissolubilmente.
Nel corso della storia, le donne sono state le prime a vegliare sulle acque: raccoglierle, purificarle, distribuirle. Nei loro gesti si manifesta la relazione di cura, una consapevolezza del ciclo dell’acqua come ciclo della vita.
È attraverso questa lente che possiamo leggere il rapporto tra le donne e le acque del Gargano, un territorio in cui le sorgenti, i pozzi, le falde sotterranee e le acque marine hanno da sempre segnato l’esistenza delle comunità locali..
[…] Siamo in piena crisi climatica, e non riusciamo ad avere un dialogo partecipato sull’adattamento delle nostre vite su questa terra, un luogo in cui il pensiero che una guerra futura potrà essere per l’acqua e non per il petrolio, non è poi così assurdo. L’acqua, infatti, ha sempre avuto un valore duplice: è fonte di vita, ma anche di fatica; è dono e, al tempo stesso, responsabilità. Nelle società rurali e tradizionali, il compito di procurarla e gestirla è sempre spettato alle donne, che giocano dunque un ruolo chiave nella governance delle risorse idriche e nella gestione agricola delle acque, pur affrontando discriminazioni strutturali nell’accesso e nel controllo di queste stesse risorse. Un’immagine universale, che ritroviamo nei racconti del Gargano come in tante altre culture, dall’Africa subsahariana ai villaggi dell’Asia.
Le donne, in molte regioni del mondo, non sono solo lavoratrici agricole ma custodi del sapere idrico, e la loro gestione dell’acqua va dalla conoscenza di tecniche di conservazione dell’umidità del suolo, fino all’utilizzo di pratiche agro-ecologiche indispensabili per risignificare l’obsoleto concetto di agricoltura come mero strumento di sfruttamento capitalistico, machista e colonialista, dei suoli. Eppure: in molte parti del mondo, le donne non hanno titoli di proprietà sulla terra, il che limita il loro accesso ai sistemi di irrigazione e ai finanziamenti agricoli; le istituzioni che regolano l’uso dell’acqua sono spesso dominate da uomini, che escludono le donne dalle decisioni strategiche; molte strategie nazionali e locali sulla gestione dell’acqua non tengono conto delle esigenze specifiche delle donne nei contesti rurali. L’acqua pertanto non è solo una risorsa naturale, ma una leva politica e sociale anche nel paesaggio agricolo. È dunque alle donne che si deve un (ennesimo) ruolo di cura non riconosciuto e mai legittimato. Tratto dalla Prefazione di Adriana Angarano, agricoltrice e attivista di Fridays For Future, con adattamenti.
Con questa seconda pubblicazione l’associazione Donne del Gargano in cammino, sensibile all’appello alla responsabilità e alla solidarietà globale lanciato da papa Francesco nel 2015 con l’enciclica “Laudato si”, prosegue il percorso orientato verso la crescita di una società equa, solidale, collaborativa, consapevole delle proprie radici, rispettosa di ciascuna persona e dell’ambiente.
Un cammino che richiede l’impegno di ciascuno/a, come osserva Madre Teresa di Calcutta, che ricorre alla metafora della “goccia nell’oceano” per far comprendere che ogni piccola azione individuale è in grado di contribuire alla costruzione di un mondo che possa assicurare il rispetto dei diritti umani essenziali, tra i quali c’è il diritto all’acqua. Naturalmente, si potrà ottenere molto di più agendo collettivamente come società. (Tratto dall’Introduzione, Leonarda Crisetti presidente ass. “Donne del Gargano in cammino” e curatrice del libro)
Il libro sarà presentato il 22 marzo ore 12.00 a Rodi Garganico Villa Americana