Addio a Vincenzo Cramarossa, comunicatore gentile e mente brillante della politica e della cultura pugliese
BARI – È scomparso all’improvviso nella serata di domenica 4 maggio Vincenzo Cramarossa, comunicatore politico, consulente, moderatore, operatore culturale e intellettuale raffinato. L’8 maggio avrebbe compiuto 48 anni. Un infarto lo ha strappato all’affetto dei suoi cari, degli amici, dei colleghi e di tutti coloro che lo conoscevano e lo stimavano profondamente. I funerali si celebrano oggi, lunedì 5 maggio, alle ore 17 presso la chiesa di San Giuseppe, nel quartiere Madonnella a Bari.
Cramarossa era molto più di un esperto di comunicazione: era un uomo che sapeva unire le persone, che sapeva ascoltare, mediare, tradurre pensieri complessi in parole semplici e mai banali. Il suo tratto distintivo era un'intelligenza gentile, come lo ha definito il segretario del Partito Democratico Puglia Domenico De Santis, che ne ha ricordato con affetto la capacità di coniugare “cultura, politica e vita con ironia e passione”.
“Ci sono persone che attraversano la politica senza fare rumore, ma lasciano una scia luminosa. Vincenzo Cramarossa era una di queste”, ha scritto De Santis in un messaggio toccante.
In tanti, in queste ore, hanno voluto ricordare Vincenzo sui social, lasciando messaggi di dolore e di affetto. Tra questi, quello del fratello Vito, che ha annunciato la morte con parole semplici ma piene di struggente emozione: “Vincenzo manchi già immensamente. Un dolore che ci toglie il fiato”.
Nella sua lunga esperienza professionale, Cramarossa ha curato campagne elettorali, moderato convegni, ideato e gestito festival culturali, sempre con discrezione, rigore, umanità e una vena ironica che ne faceva una figura unica, amata da tutti gli ambienti che attraversava.
Era una presenza silenziosa ma decisiva, capace di fare la differenza senza mai cercare i riflettori. Un ponte tra le parti, una guida per molti, un riferimento per chi crede ancora nella forza della parola, nella politica come servizio, nella cultura come bene comune.
La sua scomparsa lascia un grande vuoto nella comunità politica e culturale pugliese, ma anche un’eredità fatta di gentilezza, competenza e passione civile.