Trani, dirigente medico ai domiciliari: accusato di truffa aggravata e assenteismo


TRANI - La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di un dirigente medico in servizio presso un ospedale della provincia di Barletta-Andria-Trani (BAT), accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato e false attestazioni sulla presenza in servizio. Il provvedimento, di natura cautelare, è stato emesso dal GIP del Tribunale di Trani su richiesta della Procura della Repubblica, al termine di un’articolata attività investigativa condotta dal Commissariato di Polizia di Trani.

Le indagini

L’inchiesta è scaturita da una segnalazione che riferiva di presunte irregolarità nella condotta lavorativa del medico. In particolare, l’indagato – in servizio in un reparto di un noto ospedale del territorio – avrebbe abbandonato abitualmente il posto di lavoro dopo aver timbrato il cartellino e svolto il passaggio di consegne con i colleghi, per poi fare ritorno solo al termine del turno o in caso di emergenza.

Le successive attività di osservazione e pedinamento, avviate nel novembre 2024, hanno documentato diversi episodi compatibili con quanto segnalato, confermando la condotta contestata. Secondo gli inquirenti, il medico avrebbe percepito regolarmente lo stipendio pur risultando di fatto assente per ore dal luogo di lavoro.

La misura cautelare

Alla luce degli elementi raccolti, la Procura di Trani ha richiesto l’applicazione di una misura restrittiva, accolta dal GIP che ha disposto gli arresti domiciliari per il dirigente medico.

Le accuse mosse nei suoi confronti sono truffa aggravata ai danni dello Stato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, riferite alla registrazione fraudolenta della propria presenza in servizio.

La presunzione di innocenza

È importante sottolineare che l’ordinanza cautelare non rappresenta una condanna, bensì una misura preventiva adottata in fase di indagine. L’indagato è da ritenersi non colpevole fino a sentenza definitiva, nel pieno rispetto della presunzione di innocenza garantita dall’ordinamento giuridico italiano.