Recensione del film ''Bring Her Back''
Trama: Andy e Piper, dopo la morte del padre, vengono affidati a Laura, una donna che ha già in affido un altro bambino, Oliver. La famiglia si trasferisce in una casa isolata, dove i due ragazzi scoprono un terrificante rituale nascosto
Dopo il buonissimo debutto con l’apprezzato “Talk to me”, tornano i fratelli Philippou con un horror straziante e complesso.
Tra le tematiche affrontate in “Bring her back” troviamo l’elaborazione del lutto e il trauma, che ognuno dei quattro personaggi principali ne ha subito uno.
Un horror che non ci mostra solo violenza e sangue ma che si aggira nel campo della manipolazione psicologica.
Sally Hawkins (La forma dell’acqua) ci regala un’interpretazione straordinaria, per un personaggio sfaccettato e complesso.
Per me questo film non ha il fascino di “Talk to me” ma è sicuramente un tassello importante nella maturazione registica dei Phillipou.
Insomma i registi continuano a raccontarci le inquietudini che legano il mondo terreno e quello spirituale.
Molto bella l’estetica che regala un’ulteriore inquietudine alla storia, non è il classico horror da brividi facili o jump scare ma un’opera brutale e feroce che potrebbe anche disturbare.
Per me il problema di Bring her back è quando l’orrore dalle mura domestiche si sposta sul lato esoterico.
Avrei voluto che alcuni aspetti fossero stati approfonditi (Come è riuscita Laura ad avere Piper in adozione?, Come è venuta in possesso delle vhs? Connor come è arrivato lì?) e che si fosse concentrato più sulle paure concrete.
VOTO: ⭕️⭕️⭕️➕
