Recensione – Il quarto d’ora di Amedeo di Marcello Scarienzo


BARI - Con Il quarto d’ora di Amedeo, romanzo d’esordio di Marcello Scarienzo, ci troviamo davanti a un affresco generazionale che mescola ambizione, fragilità e un desiderio mai placato di autenticità. Ambientato tra Napoli e Milano, il libro segue Amedeo Pacella, un giovane napoletano che lascia la sua città per rincorrere il sogno di una vita brillante, trovandosi invece immerso in un equilibrio instabile tra apparenza e sostanza.

Scarienzo, nato nel rione Sanità di Napoli e con alle spalle esperienze di vita tra Londra e Milano, riversa nella sua scrittura una conoscenza diretta delle tensioni e dei contrasti urbani. La sua prosa, intensa e visiva, restituisce con realismo il senso di spaesamento di chi cerca di ridefinirsi in un mondo scandito dai tempi rapidi dei social network e dalle incertezze lavorative ed emotive.

Il cuore narrativo del romanzo pulsa attorno a tre elementi cardine: sesso, sensualità e incoerenza. Non si tratta di semplici motivi tematici, ma di vere e proprie chiavi interpretative della personalità di Amedeo e, per estensione, di un’intera generazione. Il sesso e la sensualità non sono meri espedienti erotici: diventano strumenti per raccontare il bisogno di connessione e il paradosso di un’intimità cercata e temuta allo stesso tempo. L’incoerenza, invece, emerge come tratto esistenziale: un continuo oscillare tra ciò che si desidera e ciò che si pensa di dover essere, tra il desiderio di autenticità e la pressione dell’immagine pubblica.

Le relazioni con le donne nel romanzo sono complesse, imperfette, segnate da attrazione e distanza, desiderio e incomunicabilità. Le figure femminili diventano specchi e catalizzatori delle tensioni emotive di Amedeo, contribuendo al suo percorso di crescita personale e rivelando le fragilità di un giovane adulto che cerca di riconciliarsi con sé stesso.

Interessante anche la connessione tra l’opera narrativa e l’aspetto più intimo dell’autore: Scarienzo, pur non avendo mai pubblicato le proprie poesie, porta nella scrittura romanzesca una sensibilità poetica sotterranea, percepibile nella cura delle sfumature emotive e nella rappresentazione di un amore lontano dall’idealizzazione, ma radicato nella contraddizione e nella verità delle esperienze vissute.

Il quarto d’ora di Amedeo è, in definitiva, un romanzo che racconta con sincerità il disincanto di chi vive a cavallo tra ambizione e precarietà affettiva, e che riesce a dare voce, senza facili soluzioni, alle contraddizioni di una generazione cresciuta tra la realtà concreta e la vetrina digitale.