Da Gaza a Castellana Grotte: Baraa inizia la cura al “De Bellis”


CASTELLANA GROTTE – Dopo settimane di attesa al Cairo, finalmente una buona notizia: Baraa, giovane palestinese di 25 anni affetto da una grave malattia intestinale cronica, è arrivato in Puglia per riprendere le cure all’IRCCS “Saverio De Bellis” di Castellana Grotte, centro di riferimento nazionale per le malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD).

La sua storia è quella di una lunga battaglia per la salute e per la vita. A causa della distruzione della struttura sanitaria di Gaza dove era in cura insieme alle sorelle Rawan e Bodour, Baraa era stato costretto a interrompere le terapie, trovandosi in una situazione di grande precarietà. Solo grazie a una rete di solidarietà istituzionale, costruita tra Italia, Egitto e Palestina, il giovane ha potuto ottenere il trasferimento in Puglia, dove riceverà assistenza medica e supporto specialistico.

Ad accoglierlo al suo arrivo nel centro castellanese, il presidente del Consiglio di Indirizzo e Verifica, dott. Enzo Delvecchio, e il commissario straordinario dell’IRCCS, avv. Luigi Fruscio.

Accogliere Baraa significa dare concretezza ai valori di umanità e solidarietà che da sempre ispirano il nostro Istituto – ha dichiarato Delvecchio –. Ringrazio tutti coloro che, in Italia e all’estero, hanno contribuito a rendere possibile il suo arrivo e a garantire il diritto alla cura di un giovane la cui vita era sospesa nell’attesa di un visto. Oggi la solidarietà si traduce in un fatto: Baraa è qui, e riceverà le cure di cui ha bisogno.”

Il reparto IBD, diretto dal dott. Mauro Mastronardi, ha già esaminato la documentazione clinica del paziente e predisposto un piano di cura personalizzato. A seguire da vicino l’intero iter di accoglienza sanitaria sono stati anche il direttore sanitario, dott. Roberto Di Paola, e l’anestesista, dott. Pierfrancesco Di Masi, che hanno curato tutti gli aspetti formali e organizzativi legati al ricovero.

L’arrivo di Baraa in Puglia rappresenta non solo un successo medico, ma anche un gesto concreto di cooperazione e umanità, frutto dell’impegno congiunto tra istituzioni sanitarie, diplomazia e solidarietà civile.